Il cardinale Bagnasco incontra i giornalisti a conclusione della plenaria della CEI
Le principali vicende che agitano la vita italiana sono state al centro dell’incontro
tra il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco,
e i giornalisti al termine della 58.ma plenaria della CEI. “Rispetto e accoglienza
più che tolleranza” ha detto il porporato riferendosi agli ultimi episodi ai danni
degli immigrati. Il cardinale si è augurato “uno sforzo educativo” che non prescinda
dal senso della realtà ma nemmeno dimentichi il riferimento ai valori del popolo italiano
e che preveda il senso della legalità per favorire “una convivenza sempre più degna
dell'uomo” e “per noi cristiani – ha detto - nel segno del Vangelo”. Provvedimenti
che assicurino l’accoglienza ma che tutelino pure la sicurezza dei cittadini sono
quelli auspicati dal cardinale riguardo all’immigrazione clandestina. “Ciò che deve
essere temporaneo – ha aggiunto il porporato in merito alla riforma dei CPT - non
si allunghi troppo e soprattutto non diventi permanente”. Nello specifico è intervenuto
anche sul problema dei rom ricordando la Fondazione Migrantes che offre una risposta
pastorale al grande mondo dei migranti e itineranti. Solidarietà e fraternità sono
poi i valori, indicati dal cardinal Bagnasco, ai quali il Parlamento italiano dovrebbe
ispirarsi nella sua azione, “una concezione antropologica” nel segno di questi due
principi che sia “sorgente ispirativa della cultura”. Sul governo ha aggiunto che
i vescovi italiani giudicheranno dai frutti ma è definito “positivo” il clima politico
che si è venuto a creare, come ieri ha sottolineato il Papa intervenuto anche a tutela
delle scuole cattoliche. Il sostegno invocato, per il cardinal Bagnasco, non viola
affatto il dettato costituzionale. Altro tema toccato dal presidente dei vescovi è
quello della laicità dello Stato che “attinge la sua sorgente nello stesso Vangelo,
'date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio' – ha aggiunto - è un
valore radicato nel Vangelo al quale la Chiesa tiene sia per il bene dello Stato sia
per il bene della Chiesa”. Inoltre ha precisato di non vedere il rischio di una “religione
civile” in Italia come rimbalzato sui giornali nei giorni scorsi. Ai mezzi di comunicazione
ha lanciato un’esortazione e cioè di essere responsabili nel raccontare i fatti. “Deve
prevalere il positivo senza ovviamente tacere del negativo. Per fedeltà alla realtà
va riconosciuto anche quanto c'è di più nobile nei fatti senza cercare a volte con
insistenza gli aspetti più deteriori”. Infine, di fronte ai numerosi episodi di devianza
minorile, ha invitato ad “un potenziamento ed un rilancio della pastorale giovanile
ordinaria sia all'interno delle chiese locali che dei movimenti chiamati tutti ad
essere punti di riferimento anche per chi non frequenta la Chiesa”. Giovani che, chiamati
a vivere la grande esperienza di fede della Giornata Mondiale della Gioventù, “possano
poi essere missionari per i loro stessi coetanei”. (B.C.)