2008-05-30 15:08:39

Il cardinale Bagnasco incontra i giornalisti a conclusione della plenaria della CEI


Le principali vicende che agitano la vita italiana sono state al centro dell’incontro tra il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Angelo Bagnasco, e i giornalisti al termine della 58.ma plenaria della CEI. “Rispetto e accoglienza più che tolleranza” ha detto il porporato riferendosi agli ultimi episodi ai danni degli immigrati. Il cardinale si è augurato “uno sforzo educativo” che non prescinda dal senso della realtà ma nemmeno dimentichi il riferimento ai valori del popolo italiano e che preveda il senso della legalità per favorire “una convivenza sempre più degna dell'uomo” e “per noi cristiani – ha detto - nel segno del Vangelo”. Provvedimenti che assicurino l’accoglienza ma che tutelino pure la sicurezza dei cittadini sono quelli auspicati dal cardinale riguardo all’immigrazione clandestina. “Ciò che deve essere temporaneo – ha aggiunto il porporato in merito alla riforma dei CPT - non si allunghi troppo e soprattutto non diventi permanente”. Nello specifico è intervenuto anche sul problema dei rom ricordando la Fondazione Migrantes che offre una risposta pastorale al grande mondo dei migranti e itineranti. Solidarietà e fraternità sono poi i valori, indicati dal cardinal Bagnasco, ai quali il Parlamento italiano dovrebbe ispirarsi nella sua azione, “una concezione antropologica” nel segno di questi due principi che sia “sorgente ispirativa della cultura”. Sul governo ha aggiunto che i vescovi italiani giudicheranno dai frutti ma è definito “positivo” il clima politico che si è venuto a creare, come ieri ha sottolineato il Papa intervenuto anche a tutela delle scuole cattoliche. Il sostegno invocato, per il cardinal Bagnasco, non viola affatto il dettato costituzionale. Altro tema toccato dal presidente dei vescovi è quello della laicità dello Stato che “attinge la sua sorgente nello stesso Vangelo, 'date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio' – ha aggiunto - è un valore radicato nel Vangelo al quale la Chiesa tiene sia per il bene dello Stato sia per il bene della Chiesa”. Inoltre ha precisato di non vedere il rischio di una “religione civile” in Italia come rimbalzato sui giornali nei giorni scorsi. Ai mezzi di comunicazione ha lanciato un’esortazione e cioè di essere responsabili nel raccontare i fatti. “Deve prevalere il positivo senza ovviamente tacere del negativo. Per fedeltà alla realtà va riconosciuto anche quanto c'è di più nobile nei fatti senza cercare a volte con insistenza gli aspetti più deteriori”. Infine, di fronte ai numerosi episodi di devianza minorile, ha invitato ad “un potenziamento ed un rilancio della pastorale giovanile ordinaria sia all'interno delle chiese locali che dei movimenti chiamati tutti ad essere punti di riferimento anche per chi non frequenta la Chiesa”. Giovani che, chiamati a vivere la grande esperienza di fede della Giornata Mondiale della Gioventù, “possano poi essere missionari per i loro stessi coetanei”. (B.C.)







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