Il Papa ai professionisti cattolici della comunicazione riuniti a Toronto: è compito
urgente dei media diffondere verità e bellezza, senza tradire l'etica
"In un mondo in cui l'ambiguità del progresso è sempre più evidente, il contributo
degli operatori dei media per la diffusione della verità, della bontà e la bellezza
diventa sempre più un dovere e un compito urgente". Lo afferma Benedetto XVI in un
Messaggio a firma del sostituto della Segreteria di Stato, l'arcivescovo Fernando
Filoni, rivolto ai professionisti della comunicazione dei media cattolici, canadesi
e statunitensi, riuniti in Convention a Toronto sul tema “Predicatelo sui tetti!".
Il Papa esorta i convegnisti "non solo a mantenere la dimensione etica al primo
posto delle loro servizio ecclesiale", ma anche a fare in modo che nei media si riconosca
che "il valore di comunicazione risiede nella sua veridicità e nel rispetto per il
bene comune". Alla Convention è intervenuto, fra gli altri, l’arcivescovo Claudio
Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni sociali. La sintesi
del suo discorso nel servizio di Alessandro Gisotti:
Di fronte
alle nuove sfide poste dagli sviluppi tecnologici, la Chiesa deve fare il possibile
per annunciare la Buona Novella agli uomini del nostro tempo: è l’esortazione ai media
cattolici dell’arcivescovo Claudio Maria Celli che si è soffermato sul tema della
Convention di Toronto: “Predicatelo sui tetti”. Anche oggi, ha detto, dobbiamo proclamare
il Vangelo di Gesù Cristo attraverso la testimonianza personale e l’impegno nei mezzi
di comunicazione sociale. Oggi, ha rilevato il presule, ci confrontiamo con dei cambiamenti
senza precedenti e opportunità straordinarie amplificate dalle rapide innovazioni
tecnologiche. Tali cambiamenti, ha riconosciuto, richiedono un’approfondita riflessione
sulle modalità di comunicazione del Vangelo per raggiungere ogni essere umano, cattolico
o non credente, sia che si trovi in un contesto religioso o fortemente secolarizzato.
“Il contenuto del nostro messaggio - ha ribadito
mons. Celli - è sempre lo stesso: Gesù di Nazareth deve sempre essere al cuore della
nostra proclamazione”. In ogni epoca, infatti, la Chiesa offre l’unica “soddisfacente
risposta alle domande più profonde del cuore umano”: Cristo stesso. Tuttavia, ha proseguito
il presule, il messaggio deve essere “riformulato e adattato” al momento e al contesto.
Per questo, ha sottolineato, la Chiesa deve “utilizzare tutte le risorse a sua disposizione
nel miglior modo possibile”. E ciò specie “per raggiungere coloro che sono alla ricerca
di un senso” nella propria vita, che hanno in certo qual modo “nostalgia di Dio”.
Di qui, l’invito di mons. Celli ai media cattolici a dialogare con la cultura nella
quale si trovano ad operare. “Se non siamo attenti alla dimensione dell’esistenza
umana”, ha aggiunto, “non potremo mai stabilire un’autentica relazione umana”. Il
presule ha concluso l'intervento facendo sue le parole di Benedetto XVI nel messaggio
per la Giornata delle Comunicazioni sociali di quest’anno: “Lo Spirito Santo moltiplichi
i comunicatori coraggiosi e autentici testimoni della verità”.