Continua a Dublino la Conferenza internazionale per la messa al bando delle bombe
a grappolo
Attivisti per i diritti umani e vittime delle bombe a grappolo hanno rinnovato la
richiesta ai governi del mondo - e in particolare agli Stati Uniti - perché mettano
al bando l’uso di questi ordigni. L’appello – riferisce l’agenzia Misna - giunge a
quattro giorni dalla stesura definitiva, a Dublino, di un Trattato per la restrizione
della produzione, vendita e utilizzo delle bombe a grappolo. Al documento stanno lavorando
i rappresentanti di 110 Stati. Tra questi, non ci sono delegazioni di Paesi produttori
e utilizzatori delle bombe a grappolo, come Stati Uniti, Cina, Israele, Russia, India
e Pakistan. Il testo, tra le varie misure, prevede anche il riconoscimento di indennità
alle vittime delle ‘cluster bombs’ e alle loro famiglie. Intanto, alla conferenza
di Dublino si continuano a registrare forti resistenze. Particolarmente osteggiata
è la proposta di divieto per gli Stati firmatari di partecipare ad operazioni militari
congiunte con Paesi che usano le bombe a grappolo. “Comprendiamo – ha detto Stan Brabant,
rappresentante di ‘Handicap International’ - che numerosi Paesi abbiano ricevuto richieste
dal Dipartimento di Stato americano per non inserire questa proposta nel trattato
finale”. “Preghiamo questi governi – ha concluso Stan Brabant – di resistere con forza
ai tentativi di sabotare la strada per la messa al bando di questi micidiali ordigni”.
(A.L.)