L'arcivescovo di Kirkuk: "i cristiani in Iraq sempre più dimenticati e isolati"
“I cristiani iracheni si sentono isolati e dimenticati di fronte al grande silenzio
della comunità internazionale e della stessa Chiesa, a parte il Papa ed alcuni vescovi
europei. Chiedo alle Chiese di Occidente che ci confortino aiutandoci concretamente
a restare nel nostro Paese”. L’accorato appello è di mons. Louis Sako, arcivescovo
di Kirkuk, in Iraq, che sabato prossimo 31 maggio a Milano riceverà il premio “Defensor
Fidei”, promosso dalla “Fondazione Fides et Ratio” e dal mensile “Il Timone”. Commentando
all’agenzia SIR la notizia, l’arcivescovo si dice “onorato per questo riconoscimento”
e denuncia “gli estremismi etnici e religiosi”, “una politica che spesso guarda ai
propri interessi” e “la corsa agli armamenti”. Parlando della persecuzione dei cristiani
mons. Sako ricorda che “essi hanno sempre difeso l’integrità del Paese in modo coraggioso
insieme ai loro fratelli musulmani”. Purtroppo, aggiunge, “in questi ultimi tempi
sono presi di mira come un capro espiatorio da eliminare. In certe zone dell’Iraq
soffrono per emigrazione, stupri, rapimenti, minacce e uccisioni perpetrate con moventi
religiosi. Questo comportamento inusuale contraddice i valori del popolo iracheno
e quelli morali dell’Islam. Un Iraq senza cristiani sarà disastroso per tutti gli
iracheni”. (V.V.)