La vicinanza e le parole del Papa ci danno coraggio: così, il card. Zen Ze-kiun, dopo
la Giornata di Preghiera per la Chiesa in Cina e il nuovo appello, all’Angelus, per
i terremotati del Sichuan
Benedetto XVI è vicino alla Chiesa e al popolo cinese. Ieri, all’Angelus in Piazza
San Pietro, il Papa ha ricordato la Giornata di preghiera per la Chiesa in Cina, celebrata
sabato scorso per la prima volta. Quindi, ha rinnovato la sua vicinanza alle popolazioni
del Sichuan colpite dal terremoto. Anche in questa regione devastata dal sisma, riferisce
l’agenzia Fides, i cattolici cinesi hanno vissuto con intensità la Giornata di preghiera,
raccogliendosi in tende adibite a piccole cappelle. Allo stesso tempo, le autorità
locali hanno particolarmente apprezzato l’impegno delle religiose, in prima linea
nel portare sostegno morale e psicologico ai terremotati. Ma torniamo alla Giornata
di preghiera per la Chiesa cinese, fortemente voluta dal Papa. Raggiunto telefonicamente
ad Hong Kong da Alessandro Gisotti, il cardinale Joseph Zen Ze-kiun racconta
i momenti forti di questo avvenimento senza precedenti:
R. – Noi
siamo molto riconoscenti, perché evidentemente il Santo Padre ci teneva tanto che
tutta la Chiesa pregasse per la Chiesa in Cina. Lui stesso ha composto la preghiera.
Da parte nostra, qui ad Hong Kong, nella diocesi, abbiamo veramente risposto con molto
fervore a questo appello e abbiamo fatto una novena peregrinante. Il 24 maggio abbiamo
fatto una preghiera diocesana tutti insieme, in una parrocchia dedicata proprio a
Maria Ausiliatrice. E’ venuta molta gente. Domenica c’è stata anche una prosecuzione:
in un’isola della nostra diocesi, dove è venerata la Madonna di Fatima, si è svolta
una grande giornata di preghiera. Come ha detto il Santo Padre, “il nostro cuore è
vicino alle vittime del terremoto”. Abbiamo pregato sia per la Chiesa, per la fede,
come anche per la gente che sta soffrendo. D. – All’Angelus,
il Papa ha incoraggiato l’impegno di quanti in Cina non temono di parlare di Gesù,
e rimanendo sempre testimoni credibili del suo amore, si mantengono uniti alla roccia
di Pietro. Ecco, sono parole importanti che danno coraggio... R.
– Il Santo Padre, con molta sincerità, ha ricordato a tutti la natura della Chiesa,
come l’ha fatta il Signore. La Chiesa è apostolica. Ed oggi deve essere guidata dai
vescovi, con a capo il successore di San Pietro. Purtroppo in Cina non è ancora possibile
realizzare questo ideale della Chiesa, ma noi abbiamo avuto segni di avvicinamento,
anche con la recente esibizione musicale in Vaticano alla presenza del Santo Padre.
Speriamo siano segni che porteranno a cose molto più importanti, che anche in Cina
si possa vivere questa fede in pace, con gioia, come dice il Santo Padre. Così si
vivrà fruttuosamente, la nostra fede darà frutto, anche per il bene della società.
Capisco benissimo queste parole del Santo Padre, che rievocano la sua Lettera alla
Chiesa cattolica in Cina. D. – L’esibizione dell’Orchestra filarmonica
di Pechino, in Vaticano, poi la vicinanza rinnovata tante volte del Papa al popolo
cinese che soffre per la devastazione portata dal terremoto e, dunque, la Giornata
di preghiera e le parole del Papa all’Angelus. Come viene percepita questa attenzione
del Santo Padre? R. – Questo grande affetto e questa grande
stima per tutta la nazione cinese è così evidente nella Lettera. Naturalmente, il
disastro, questa volta, è veramente di dimensioni enormi. La parola del Santo Padre
incoraggia tutti a continuare ad interessarsi a questo disastro. Dobbiamo interessarci
a lungo, non per un attimo di compassione, perché sono ferite che necessitano di tempo
per sanarle, specialmente nella ricostruzione. Speriamo che queste parole del Papa
rimangano nella mente e nel cuore di tanti cattolici e che si continui a pregare,
come anche a dare aiuti concreti. D. – Quali frutti si aspetta
da questa Giornata di preghiera? R. – E’ un’iniziativa senza
precedenti: il Santo Padre che mobilita tutta la Chiesa per i fedeli in Cina. Sappiamo
certamente che la Madonna e lo Spirito Santo ascoltano questo desiderio del Santo
Padre e tutti i fedeli del mondo hanno certamente appreso questo grande appello. Quindi,
questa abbondanza di preghiera, certamente darà i suoi frutti. Perché noi crediamo
veramente che molte cose che umanamente sono difficili o quasi impossibili, con la
preghiera riescono.