2008-05-26 17:03:05

Clemenza per la donna algerina fermata in possesso di testi cristiani, a chiederla la segretaria di Stato francese ai Diritti dell'Uomo Rama Yade


“Triste e scioccante”: così la segretaria di Stato francese ai Diritti dell’Uomo, Rama Yade, ha definito il processo in Algeria alla donna fermata, nei primi di aprile, tra Tiaret e Oran e trovata in possesso, di testi cristiani nei primi di aprile. Habiba Kouider, algerina, rischia tre anni di prigione e il verdetto dovrebbe arrivare domani. Rama Yade - riferisce la France Presse - ha auspicato, parlando ai microfoni Radio J, un gesto di clemenza ed ha sottolineato che il procedimento contro la donna “contravviene alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, che nell’art. 18 proclama la libertà di pensiero, di coscienza e di religione, e “alla tradizione di ospitalità dell’Algeria”. “Il cristianesimo non minaccia l’islam in Algeria: – ha detto la segretaria di Stato francese – i cristiani in Algeria sono l’1% della popolazione, cioè circa 11 mila e 500 persone, con 32 chiese in rapporto a 32 mila moschee”. Rama Yade ha precisato che l’arresto di Habiba Kouider non è il primo caso, ricordando quello del prete cattolico francese Pierre Wallez, condannato ad aprile - dalla Corte d’appello di Tlemen - a due mesi di carcere, con sospensione, per proselitismo. “Confido nella tolleranza del popolo algerino”, ha dichiarato la segretaria di Stato francese ai Diritti dell’Uomo. La stampa algerina ha dato ampio spazio a questi ultimi avvenimenti, evidenziando le difficoltà che attualmente stanno affrontando le comunità cristiane in Algeria: 25 di queste, in massima parte protestanti, si sono viste notificare l’ordine di cessare qualunque attività. Secondo quanto affermato dal ministro algerino dell’Interno e delle Collettività locali, Yazid Zerhouni e riferito dal quotidiano algerino L’Expression, sono stati chiusi nel Paese diversi luoghi di culto e di preghiera musulmani e non, privi di autorizzazione. Il ministro ha ricordato che la legge algerina richiede un’autorizzazione per esercitare un culto, compreso quello musulmano: è necessario organizzarsi in associazione e fare richiesta di un permesso per l’apertura di luoghi di culto e per chi deve assicurare la preghiera. La Legge ha sollevato diverse polemiche e le comunità cristiane, cattoliche e protestanti, denunciano “lo zelo” con il quale vengono applicate le disposizioni. La normativa è del 28 febbraio 2006 ed è stata elaborata dal Dipartimento degli Affari religiosi per regolamentare l’organizzazione del culto musulmano e debellare le sale di preghiera ritenute anarchiche. (A cura di Tiziana Campisi)







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