Oggi in Italia e in diversi Paesi si celebra la solennità del Corpus Domini. Ai nostri
microfoni, il rettore della basilica romana di Santa Anastasia, dove da anni si svolge
l'adorazione eucaristica perpetua
In Italia e in diversi Paesi si celebra oggi la solennità del Santissimo Corpo e Sangue
di Cristo. Giovedì scorso durante la Santa Messa per il Corpus Domini, il Papa ha
sottolineato che nell’Eucaristia c’è “la forza della rivoluzione cristiana” che dona
la vera libertà all'uomo contro le idolatrie di tutti i tempi. E questa forza rivoluzionaria
alberga anche nella preghiera davanti al Santissimo Sacramento. A Roma, in particolare,
l’adorazione eucaristica perpetua è stata fortemente rilanciata nella basilica di
Santa Anastasia. Sull’importanza della devozione eucaristica, ascoltiamo al microfono
di Fabio Colagrande il rettore di questa basilica, don Alberto Pacini:
R. – Ritrovarsi
intorno al segno dell’Eucaristia, che è segno della comunione, pane spezzato, calice
condiviso, è certamente fondamentale per chi nell’Eucaristia deve vivere. La Chiesa
vive dell’Eucaristia, ci disse nella magistrale enciclica il Papa Giovanni Paolo II,
e anche Benedetto XVI insiste moltissimo proprio su questa importanza del grande segno
dell’Eucaristia e della fede professata chiaramente, apertamente, nella reale presenza
dell’Eucaristia. Processione eucaristica, adorazione eucaristica, cioè il prolungamento
della celebrazione eucaristica, sono il segno di una fede del popolo di Dio nella
reale presenza di Cristo nei segni sacramentali. Per il nostro tempo che è abbastanza
incredulo, secolarizzato, è importante ribadire questo segno di presenza viva: il
pane e il vino si trasformano realmente nel corpo, sangue, anima, divinità, del Signore
e noi non seguiamo un’immagine, un simbolo, ma il Signore della vita. A Lui tributiamo
il sommo onore, la somma gloria, la somma adorazione che a Lui solo compete.
D
. – Da queste sue parole, don Alberto, capisco che in lei c’è anche una preoccupazione
pastorale, cioè che in molti credenti, in molti fedeli questa consapevolezza non sia
così precisa, così netta…
R. – Purtroppo sì, anche
a causa del dubbio di tanti nostri fratelli delle Chiese riformate sulla realtà della
presenza eucaristica, dell’influsso di tanto secolarismo che come un aratro è passato
a scalzare le fondamenta della Chiesa cattolica. Il Papa nella Sacramentum Caritatis
ci dice che è importante riportare il popolo di Dio a una catechesi in cui si spiega
ai fedeli l’importanza di questo atto di culto che permette di vivere più profondamente
e con maggiore frutto la stessa celebrazione eucaristica e, nei limiti del possibile,
nei centri più popolosi, riservare delle chiese o oratori all’adorazione perpetua.
Adorazione, processione eucaristica, per dare maggiore risalto e partecipazione alla
celebrazione dell’Eucaristia, perchè sono gesti, segni conseguenti, concatenati l’uno
all’altro, che arricchiscono la fede del popolo di Dio. Portano il popolo di Dio a
vivere più consapevolmente la celebrazione del mistero, il mistero più grande, quello
attraverso il quale noi siamo stati salvati, redenti da Cristo Signore.