2008-05-25 14:17:46

Il governo colombiano annuncia la morte del leader delle FARC, Manuel Marulanda. Ancora nessuna conferma dalla guerriglia.


Se verrà confermata la notizia data dal governo colombiano della morte dell’anziano fondatore delle Forze armate rivoluzionarie colombiane, Manuel Marulanda, la più antica guerriglia del mondo ha perso nel giro di poche settimane i suoi principali leader. A marzo, in un bombardamento in territorio ecuadoriano, che poi provocò una grave crisi regionale, era rimasto ucciso il “numero due” Raúl Reyes e qualche giorno dopo Iván Ríos, un altro leader del movimento guerrigliero. Intanto, nella regione caraibica della Colombia, 14 guerriglieri si sono arresi consegnandosi all’Esercito regolare. Solo una tale disarticolazione, imprevedibile e inattesa, può spiegare il silenzio politico delle Farc che ormai si protrae da almeno tre mesi, prolungando tra l’altro l’agonia di centinaia di ostaggi, tra cui la franco-colombiana Ingrid Betancourt. Le Farc non hanno ancora risposto alle richieste di nominare un delegato per negoziare la liberazione degli ostaggi. Secondo gli esperti, la guerriglia non ha una conduzione politica e, con ogni probabilità, è in preda a lotte intestine pesanti. Ma queste sono veramente le fasi finali della guerriglia in Colombia? E’ presto per dirlo, ma una cosa è certa: per le Farc è cambiato il vento anche perché è cambiata l’opinione pubblica colombiana, stanca e devastata da decenni di crimini senza scopi e giustificazioni, ammesso che la violenza possa avere scopi e giustificazioni. L’atteso comunicato delle Farc, se arriverà, aiuterà a capire nelle prossime ore il futuro della guerriglia, ma soprattutto il futuro della Colombia.







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