Nell'Eucaristia la più grande rivoluzione della storia: tutti diventiamo uno in Cristo.
Così il Papa al Corpus Domini
Nell’Eucaristia c'è "la forza della rivoluzione cristiana" che dona la vera libertà
all'uomo contro le idolatrie di tutti i tempi: così il Papa ieri pomeriggio, durante
la Messa per la Solennità del Corpus Domini. La celebrazione si è svolta sul sagrato
della Basilica di San Giovanni in Laterano, illuminata da un tiepido sole, dopo giorni
di pioggia battente. Al termine del rito, Benedetto XVI ha guidato la processione
verso Santa Maria Maggiore. Il servizio di Isabella Piro. (canto:
Pane di vita nuova)
Radunarsi intorno al Signore,
camminare con Lui, adorarLo, ovvero la Santa Messa, la Processione, l’adorazione Eucaristica:
sono questi i tre momenti del rito della Solennità del Corpus Domini, sottolineati
da Benedetto XVI. Intorno all’Eucaristia, ha detto il Papa, si sperimenta “la rivoluzione
più profonda della storia umana”: il radunarsi di persone diverse, accomunate dalla
fede in Cristo:
"L’Eucaristia non può mai essere
un fatto privato, riservato a persone che si sono scelte per affinità o amicizia.
L’Eucaristia è un culto pubblico, che non ha nulla di esoterico, di esclusivo. Anche
qui, stasera, non abbiamo scelto noi con chi incontrarci, siamo venuti e ci troviamo
gli uni accanto agli altri, accomunati dalla fede e chiamati a diventare un unico
corpo condividendo l’unico Pane che è Cristo. Siamo uniti al di là delle nostre differenze
di nazionalità, di professione, di ceto sociale, di idee politiche: ci apriamo gli
uni agli altri per diventare una cosa sola a partire da Lui". Di
qui, il richiamo del Papa a vigilare perché “le ricorrenti tentazioni di particolarismo,
seppure in buona fede, non vadano in senso opposto” e poi l’invito a camminare con
il Signore, che “ci libera dalle nostre paralisi, ci fa rialzare” e ci fa procedere
nel modo giusto:
"L’Eucaristia è il Sacramento
del Dio che non ci lascia soli nel cammino, ma si pone al nostro fianco e ci indica
la direzione. In effetti, non basta andare avanti, bisogna vedere verso dove si va!
Non basta il 'progresso', se non ci sono dei criteri di riferimento. Anzi, se si corre
fuori strada, si rischia di finire in un precipizio, o comunque di allontanarsi più
rapidamente dalla meta. Dio ci ha creati liberi, ma non ci ha lasciati soli: si è
fatto Lui stesso 'via' ed è venuto a camminare insieme con noi, perché la nostra libertà
abbia anche il criterio per discernere la strada giusta e percorrerla". Benedetto
XVI ha sottolineato l’importanza dell’adorazione Eucaristica:
"Adorare
il Dio di Gesù Cristo, fattosi pane spezzato per amore, è il rimedio più valido e
radicale contro le idolatrie di ieri e di oggi. Inginocchiarsi davanti all’Eucaristia
è professione di libertà: chi si inchina a Gesù non può e non deve prostrarsi davanti
a nessun potere terreno, per quanto forte. Noi cristiani ci inginocchiamo solo davanti
al Santissimo Sacramento, perché in esso sappiamo e crediamo essere presente l’unico
vero Dio, che ha creato il mondo e lo ha tanto amato da dare il suo Figlio unigenito".
“Ci prostriamo davanti a un Dio che per primo si
è chinato verso l’uomo come Buon Samaritano, per soccorrerlo e ridargli la vita” ha
continuato il Papa, che poi ha aggiunto:
“Adorare
il Corpo di Cristo vuol dire credere che lì, in quel pezzo di pane, c’è realmente
Cristo, che dà vero senso alla vita, all’immenso universo come alla più piccola creatura,
all’intera storia umana come alla più breve esistenza. L’adorazione è preghiera che
prolunga la celebrazione e la comunione eucaristica e in cui l’anima continua a nutrirsi:
si nutre di amore, di verità, di pace; si nutre di speranza, perché Colui al quale
ci prostriamo non ci giudica, non ci schiaccia, ma ci libera e ci trasforma”. (canto:
Pange, lingua)