Giornalista ucciso in Congo: l’ONU critica processo e condanne a morte
Dure critiche sono state espresse da alti esponenti dell’ONU in reazione per la condanna
a morte di tre civili per l’omicidio del giornalista di Radio Okapi Serge Maheshe,
ucciso a Bukavu il 13 giugno 2007, a conclusione di un processo in appello segnato
secondo le Nazioni Unite da “gravi irregolarità”. “Condanno - ha detto Louise Arbour,
Alto commissario ONU per i diritti umani - la pratica di giurisdizioni militari che
continuano a perseguire e giudicare civili in violazione delle norme internazionali
in materia e della Costituzione congolese”. Louise Arbour – riferisce l’agenzia Misna
– ritiene anche “deplorevole l’evidente mancanza di volontà, da parte delle autorità
giudiziarie militari, di stabilire la verità su questo omicidio”. A nome della Missione
ONU nel Paese (Monuc) anche Alan Doss, rappresentante speciale del Segretario Generale
dell’ONU, ha espresso forti dubbi sull’esito del processo: “La Monuc – ha detto -
constata che ci sono tuttora molte questioni in sospeso sull’assassinio di Maheshe
e chiede alla giustizia congolese di fare luce su questo crimine”. Nell’agosto 2007
quattro civili furono già condannati in primo grado alla pena capitale da un tribunale
militare di Bukavu, sulla base di confessioni dei presunti autori materiali che in
seguito ritrattarono, accusando i magistrati di aver fatto pressione. Non è mai stata
realizzata nessuna indagine indipendente. (A.L.)