Benedetto XVI ai vescovi albanesi: intesa "cordiale e fraterna" per rafforzare la
Chiesa e contribuire al rilancio sociale del Paese
I vescovi dell’Albania siano concordi sul piano spirituale e pastorale per contribuire
alla ricostruzione della Chiesa e del tessuto sociale di un Paese sul quale ancora
grava, a vari livelli, la pesante esperienza della dittatura comunista. E’ la consegna
lasciata da Benedetto XVI ai presuli albanesi, impegnati da circa una settimana a
Roma nella visita ad Limina. Il servizio di Alessandro De Carolis:
I cattolici
in Albania sono mezzo milione su 3 milioni e 200 mila residenti per oltre metà musulmani
e che la Chiesa debba far fronte a “problemi” e “difficoltà” di vario tipo non è questione
che sfugga al Papa. Per questo motivo, Benedetto XVI punta su una Chiesa concorde
nello spirito e nelle intenzioni per far sì che il “Paese delle aquile” lasci definitivamente
dietro le spalle un lungo passato di annichilimento sociale, oltre che ecclesiale.
“A tutti è nota - ha affermato all’inizio il Pontefice - la triste eredità lasciata
in Albania da un passato regime dittatoriale, che aveva proclamato l’ateismo quale
ideologia di Stato”. Ed è anche evidente, ha osservato, che tale “impostazione antidemocratica
dei rapporti fra i cittadini” vi abbia lasciato “un compito non facile già sul piano
umano: quello di riscoprire una comune grammatica che possa nuovamente sostenere l’edificio
sociale”. Ma voi, successori degli Apostoli, ha affermato:
“Siete
soprattutto chiamati ad essere testimoni di un’altra eredità, particolarmente benefica
e costruttiva: quella del messaggio di salvezza portato da Cristo nel mondo. In tal
senso, dopo la notte oscura della dittatura comunista, incapace di comprendere il
popolo albanese nelle sue ataviche tradizioni, la Chiesa provvidenzialmente ha potuto
rinascere, grazie anche alla forza apostolica del mio venerato Predecessore, il Servo
di Dio Giovanni Paolo II, che vi fece visita nel 1993, ricostituendo in modo stabile
la Gerarchia cattolica, per il bene dei credenti e a vantaggio del Popolo albanese”. Dunque,
ha ribadito Benedetto XVI, la Chiesa albanese del 21.mo secolo ha bisogno di una forte
concordia al suo interno. A voi vescovi, ha chiarito il Papa, spetta “il compito di
promuovere nei vostri atti e nelle vostre iniziative quell’unità che deve manifestare
il mistero basilare e vivificante dell’unico Corpo di Cristo, in comunione col ministero
del Successore di Pietro”. Ai problemi concreti, ha proseguito, si fa fronte in “modo
efficace” proprio grazie al “comune sentire” e alla “condivisa corresponsabilità dei
vescovi”:
“L’intesa cordiale e fraterna fra Pastori
non può che portare grandi benefici all’amato popolo albanese, sia sul piano sociale
che su quello ecumenico e inter-religioso. Siate pertanto, venerati Confratelli, una
cosa sola in Cristo nell’annunciare il Vangelo e nel celebrare i divini Misteri; manifestate
la comunione con la Chiesa universale, nella più ampia e genuina fraternità episcopale”. Una
Chiesa unita e incisiva sul piano pastorale, ha proseguito il Papa, lo sarà anche
in quegli ambiti sociali - dalla scuola alla sanità - dove l’Albania ha necessità
di progresso. E riflettendo sulla forte emigrazione che da tutto il Paese si dirige
verso il resto d’Europa e del mondo, Benedetto XVI ha speso parole di gratitudine
per ciò che i sacerdoti albanesi fanno per i loro connazionali fuoriusciti:
“Conosco
la difficoltà della mancanza di clero. So anche della generosità di non pochi vostri
sacerdoti, che agiscono in situazioni precarie, impegnati a rendere il dovuto servizio
ministeriale ai fedeli cattolici di origine albanese in terra straniera. Ciò fa onore
a voi, cari Confratelli, che vi mostrate solleciti, secondo il cuore di Cristo, delle
condizioni spirituali della vostra gente anche fuori dei confini della Patria. E questo
fa onore anche ai sacerdoti che generosamente condividono le vostre ansie pastorali”. Il
Papa ha terminato sollecitando i vescovi alla cura dei sacerdoti e delle vocazioni
e felicitandosi per i recenti accordi stipulati con le autorità dell’Albania: “Confido
- ha concluso - che tali provvedimenti possano giovare alla ricostruzione spirituale
del Paese, dato il ruolo positivo che la Chiesa svolge nella società”.