Colloqui di pace indiretti tra Israele e Siria. In Libano, imminente l'elezione del
presidente
Dopo otto anni di formale silenzio, Israele e Siria riprendono colloqui di pace indiretti
con la mediazione della Turchia. Dopo l'annuncio un mese fa del presidente siriano
Bashar al-Assad, da Tel Aviv è arrivata ieri la conferma ed in serata da Damasco si
è avanzata addirittura la strada di possibili colloqui diretti. Sentiamo Graziano
Motta:
Soddisfazione
per i colloqui è stata espressa dal segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, al
quale ha fatto eco l’amministrazione Bush, che giudica positivamente la mediazione
di Ankara. E di notizia positiva parla lo scrittore israeliano David Grossman, in
questi giorni in Italia per una conferenza. Ascoltiamolo, al microfono di Francesca
Sabatinelli:
Positivi i
commenti internazionali anche sull’accordo, raggiunto a Doha, in Qatar, tra la maggioranza
libanese antisiriana e l'opposizione filo-Damasco. L’intesa prevede, tra l’altro,
l’elezione a presidente del comandante dell'esercito Suleiman. Si tratta di un traguardo
importante, raggiunto dopo mesi di vuoto istituzionale ed una crisi che stava facendo
scivolare il Libano verso la guerra civile. Ma come si può definire questo accordo?
Salvatore Sabatino lo ha chiesto ad Antonio Ferrari, inviato speciale del quotidiano
“Il Corriere della Sera” ed esperto di politica mediorientale: