2008-05-22 19:15:07

Ban Ki-moon in Myanmar chiede alla giunta di aprire agli aiuti internazionali


In Myanmar si aggrava il bilancio delle vittime del ciclone Nargis: secondo le stime ufficiali del governo, sono 78mila i morti e 56 mila i dispersi. Il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon, incontrando il primo ministro Thein Sein, ha ribadito che gli aiuti internazionali sono necessari, precisazione dovuta all'impossibilità per gli operatori umanitari di portare aiuti nelle zone colpite a causa delle autorizzazioni imposte dalla Ginta militare al potere. Maria Grazia Coggiola RealAudioMP3

Dopo aver incontrato il primo ministro birmano, Thein Sein, in mattinata Ban Ki-moon è partito in elicottero per le zone devastate del delta meridionale dell’Irrawaddy, dove circa due milioni di superstiti del ciclone "Nargis" si trovano da tre settimane in condizioni disperate. Il segretario generale dell’ONU farà sosta nelle città di Bogalay e a Labutta, le più colpite, per rendersi conto della gravità delle emergenze ed anche per portare un messaggio di speranza, come ha detto in mattinata, durante una preghiera, nella principale pagoda di Yangon. A causa dei ritardi e delle restrizioni della giunta militare solo il 25 per cento degli aiuti internazionali sarebbe arrivato agli sfollati. Secondo gli esperti dell’ONU, alcune navi militari francesi e statunitensi sono ancora bloccate al largo. Il principale scopo di Ban Ki-moon - che domani dovrebbe recarsi nella città di Naypyidaw per incontrare il generale Than Shwe - è quello di convincere il regime ad accettare pienamente l’aiuto della comunità internazionale. Alla vigilia della sua visita c’è stato qualche segnale positivo. Il primo di dieci elicotteri del PAM, il Programma Alimentare Mondiale, è atterrato stamattina a Yangon e sarà utilizzato per trasportare viveri e generi di prima necessità nei villaggi più inaccessibili. Il PAM ha a disposizione anche chiatte, camion, e spera nei prossimi giorni di accelerare la distribuzione di cibo, kit per la depurazione dell’acqua e medicine, di cui i sopravvissuti hanno assolutamente bisogno per affrontare le prossime settimane, quando inizieranno le piogge monsoniche.  
E il parlamento europeo ha approvato a stragrande maggioranza una risoluzione in cui condanna quella che definisce la risposta ''inaccettabilmente lenta'' alla grave crisi umanitaria causata dal ciclone. “Le autorità - si legge nel documento - attribuiscono un'importanza maggiore al proprio potere che alla sopravvivenza dei cittadini”. Ipotizzato il reato di crimini contro l'umanità se la giunta militare continuerà a rallentare gli aiuti sul territorio. Giancarlo la Vella ha raccolto il commento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia RealAudioMP3
 







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