Atmosfera positiva alla Conferenza di Dublino per la messa al bando delle "bombe a
grappolo"
Prosegue il dibattito tra i partecipanti alla conferenza per l’interdizione delle
"bombe a grappolo". “L’atmosfera è positiva” ha detto all'Agenzia Misna Simona Beltrami
della ‘Cluster Munition Coalition’, aggiungendo che la discussione tra i delegati
sembra essere produttiva: “la voce degli Stati favorevoli a un divieto totale sull’utilizzo
di questi ordigni, si fa sentire molto di più rispetto alle richieste che tendono
a sminuire la portata del trattato”. Tra le principali questioni aperte: la possibilità
o meno per gli Stati che firmeranno il trattato, di partecipare a operazioni militari
congiunte con Paesi che usano le "bombe a grappolo", la definizione di che cosa è
una ‘cluster bomb’ e cosa non lo è e la proposta di distruggere tutte le riserve di
munizioni o conservarne una parte per la necessità di addestrare le truppe. La conferenza
in corso a Dublino sta cercando di scrivere una convenzione modellata sull’esperienza
maturata dopo l’applicazione del Trattato di Ottawa, adottato nel 1997 per la messa
al bando delle mine anti-uomo: in particolare l’assistenza alle vittime vuole essere
intesa in senso più ampio e includere non solo i sopravvissuti, ma anche le famiglie
che hanno perso i propri cari e le comunità, il cui sviluppo socio-economico è ostacolato
dalla presenza di sub-munizioni sul terreno. Ieri, mentre il primo ministro britannico
Gordon Brown diffondeva un comunicato affermando di aver dato istruzioni per diminuire
il numero degli ordigni conservati negli arsenali inglesi, Stephen Mull, Segretario
di stato aggiunto degli Stati Uniti, ha confermato che il suo Paese è contrario a
qualsiasi interdizione delle "bombe a grappolo". (R.P.)