Myanmar: l'invio dei primi aiuti della Caritas thailandese alle vittime del ciclone
Nargis
Rispondendo all’appello dei vescovi birmani, la Chiesa thailandese continua a raccogliere
aiuti per la popolazione colpita dal ciclone Nargis il 2 maggio scorso. Ieri sono
stati spediti i primi soccorsi. Le operazioni di intervento sono coordinate dal Catholic
Office for Emergency Relief and Refugees (la Caritas thailandese), il quale consegna
le offerte direttamente alla Conferenza episcopale birmana, la quale provvede a far
giungere il materiale al Myanma Disaster Relief, comitato istituito dall’arcivescovo
di Yangon, tra le diocesi più colpite. In una lettera per chiedere donazioni, i vescovi
birmani spiegano come stanno affrontando l’emergenza, che il regime del Myanmar contribuisce
ad aggravare negando l’ingresso ai soccorritori occidentali. Oltre agli aiuti di prima
necessità, come tende, denaro e cibo - riferisce l'Agenzia AsiaNews - la Caritas ha
studiato un piano a lungo termine. Il direttore padre Phibul Visitnonthachai, spiega
che in tutte le parrocchie della Thailandia si continueranno a raccogliere offerte,
insieme a quelle arrivate dall’estero, ad esempio dalla Germania; la Chiesa sta consultando
migranti e monaci birmani, che conoscono bene i bisogni del loro Paese, per capire
cosa e dove inviarlo; al momento la Caritas thailandese dirige 6 centri per i lavoratori
birmani a Bangkok, ognuno con 60-70 migranti. Finora la giunta birmana ha permesso
la partecipazione di 30 medici thailandesi ai programmi di soccorso post-Nargis. Personale
di altre strutture ospedaliere, come l’ospedale San Camillo della diocesi di Nakhon
Sawan (la più vicina al confine), attendono i permessi per lavorare a fianco del governo
birmano. La Caritas thailandese informa che i volontari della Chiesa birmana, impegnata
da subito a portare sollievo alla popolazione, stanno incontrando grandi difficoltà
nel raggiungere zone ancora isolate a causa del crollo di ponti e strade, ma anche
dei numerosi check point istituiti dai militari. (R.P.)