Medio Oriente: accordo sul presidente del Libano. Prossimi colloqui di pace tra Israele
e Siria
Il Libano intravede una concreta possibilità di soluzione della crisi politico istituzionale
che sinora non ha consentito l’elezione del nuovo presidente. Dopo una lunga serie
di rinvii nell’elezione del capo dello Stato, maggioranza anti-siriana e opposizione
filo-siriana sono giunti in nottata a un accordo, nel corso della conferenza interlibanese
di Doha, nel Qatar, volta a mettere fine alla lunga fase di stallo. Ce ne parla Giancarlo
La Vella: Da diversi mesi
le istituzioni libanesi sono paralizzate nell’impossibilità, a causa di veti incrociati,
di eleggere il nuovo capo dello Stato. Una situazione che si è improvvisamente sbloccata
a Doha, tanto che – è stato annunciato – il presidente verrà eletto nelle prossime
24 / 48 ore. Il candidato di compromesso rimane il comandante in capo dell'esercito
Michel Suleiman, cristiano maronita, così come prevede la costituzione libanese per
la più alta carica dello Stato. Si potrà, dunque, finalmente eleggere il successore
di Emile Lahoud, il cui mandato è scaduto nel novembre scorso. L'accordo prevede anche
la formazione di un governo di unità nazionale, al posto di quello attuale guidato
dal filo-occidentale Fuad Siniora, e la messa al bando dell'uso delle armi in ogni
conflitto interno. Comè è stato spiegato, 16 ministri spetteranno alla maggioranza
filoccidentale, 11 all'opposizione e tre saranno scelti dal presidente. L’intesa,
approvata anche dalla Siria, storica sostenitrice dell’opposizione degli hazbollah,
sembra poter coinvolgere positivamente anche i rapporti con Israele. Lo Stato ebraico
e Damasco hanno annunciato imminenti colloqui di pace indiretti, sotto la supervisione
della Turchia. Lo ha annunciato l'ufficio del premier israeliano Olmert. Dovranno
essere contatti in buona fede e con l’intenzione di mantenere un dialogo serio e duraturo,
con lo scopo di giungere ad una pace generale, secondo quanto fissato nella Conferenza
di Madrid del 1991.