La Conferenza episcopale argentina auspica una soluzione alle tensioni agricole
La Conferenza episcopale argentina (CEA) lancia un appello perché si giunga ad un
accordo tra governo ed agricoltori: da più di due mesi, infatti, il Paese sudamericano
è turbato dalle proteste di coltivatori e allevatori, scesi in piazza contro l’inasprimento
delle tasse sulle esportazioni, stabilito dal presidente Cristina Kirchner. Deciso
con il triplice obiettivo di aumentare la riscossione fiscale, tentare di ridistribuire
internamente la ricchezza e ridurre l’inflazione, l’aumento del prelievo fiscale sull’export
di soia e girasole ha avuto come conseguenza il rincaro dei prodotti alimentari. “L’esperienza
ci ha insegnato – scrive la CEA in una nota – che una società non cresce necessariamente
quando agisce su base economica, ma soprattutto quando matura nella sua capacità di
dialogo e di gestione del consenso. Ciò si traduce in politiche dello Stato orientate
verso un progetto comune della nazione”. Per questo, i presuli argentini ribadiscono
che “è necessario ed urgente che il governo ed i rappresentanti degli agricoltori
trovino un accordo. È necessario per tutti gli argentini ed in particolare per i poveri,
i più colpiti dalle conseguenze di questa situazione”. La CEA rinnova poi l’appello
al dialogo: “In democrazia – si legge ancora nella nota – i problemi si risolvono
nell’ambito delle istituzioni, privilegiando il dialogo al posto della violenza verbale
o fisica, cercando l’accordo piuttosto che accentuando le differenze ed avendo sempre
presente il bene comune”. “Questa ricerca – continuano i presuli – deve svolgersi
in un clima di onestà e rispetto”. Di qui, l’auspicio espresso dalla CEA che “si giunga
ad un accordo giusto e pacifico”. (I.P.)