Il cardinale Martino ai giovani industriali della Provincia di Lucca: c'è necessità
di un ordine economico eticamente orientato, a servizio della persona umana
Il modello dell’homo oeconomicus è in crisi di identità e in via di superamento:
ciò significa che l’economia ricomincia a fare sostanzialmente i conti con l’etica.
Lo ha affermato ieri il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della
Pace, il cardinale Renato Martino, parlando ad un convegno del Gruppo giovani Industriali
della Provincia di Lucca sui temi riguardanti l’economia, l’impresa, l’etica e il
terzo mondo. Il porporato ha rilevato come un fenomeno evidente il fatto che la ricchezza
sia data oggi soprattutto dal capitale umano e sociale, giacché - come afferma la
Centesimus Annus di Giovanni Paolo II - “la principale risorsa è l’uomo”. A
creare ricchezza infatti non sono tanto le risorse materiali quanto quelle immateriali,
come l’intelligenza, la creatività, il lavoro disciplinato, la capacità di lavorare
insieme con fiducia reciproca e disponibilità all’innovazione e al cambiamento.
Nel
suo discorso ai giovani industriali lucchesi, il cardinale Martino ha poi insistito
sulla necessità di una regolazione del mercato. In primo luogo, perché ci sono esigenze
umane importanti che sfuggono alla sua logica e beni che per loro natura non si possono
e non si debbono vendere e comprare, primo fra tutti la persona umana. Inoltre, esistono
bisogni umani che non hanno accesso al mercato, sempre tenendo presente che prima
ancora della logica dello scambio esiste qualcosa che è dovuto all’uomo perché è uomo,
in forza della sua eminente dignità. Ma chi deve regolare il mercato? Secondo il presidente
di Giustizia e Pace, anzitutto la trasparenza, la conoscenza, la fiducia, la concorrenza
lecita, la democrazia economica. Ma il mercato deve essere regolato anche dall’etica
degli imprenditori e degli operatori economici ed inoltre dalla cultura e dalla tradizione
di un popolo, compresa la religione. I legami sociali di solidarietà, i modelli di
comportamento ereditati dal passato, i vincoli morali e religiosi che orientano la
coscienza personale e professionale sono di fondamentale importanza per dare un’anima
al mercato.
Il cardinale Martino ha anche posto in rilievo come un notevole
fenomeno regolatore del mercato sia costituito oggi dall’economia non-profit e del
Terzo Settore, che fa parte a pieno titolo del mercato, ma agisce con criteri non
solo di efficienza, ma pure di solidarietà. La conclusione del porporato è stata che
un ordine economico eticamente orientato a servizio della persona non è più evitabile.
(A cura di Paolo Scappucci)