2008-05-18 14:04:30

Testimoni di speranza, all’insegna del coraggio e della generosità: l’impegno dei Fatebenefratelli in Vietnam


Coraggio, generosità, creatività: sono le doti che, accomunate dalla fede, hanno contraddistinto l’opera di Fatebenefratelli in Vietnam. Malgrado le vicissitudini dolorose che hanno segnato la storia vietnamita, l’Ordine Ospedaliero di San Giovanni ha mantenuto in questo Paese la sua presenza, proseguendo instancabilmente nella sua opera di amore cristiano verso i sofferenti. Sulla storia di questo coraggioso gruppo di religiosi, Alessandro Gisotti ha intervistato il segretario generale dei Fatebenefratelli Fra Gian Carlo Lapić:RealAudioMP3


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R. – L’Ordine, in Vietnam, davvero ha patito molte sofferenze lungo i suoi ultimi cinquant’anni di storia, durante e dopo la guerra che è terminata, come tutti sappiamo, nel 1975 con l’unificazione del Paese sotto regime comunista, anzitutto con la nazionalizzazione di scuole e ospedali, compreso anche il nostro ospedale di Bien Hoa. Quando i confratelli canadesi furono costretti a lasciare il Vietnam per queste vicissitudini, nel 1975, un piccolo gruppo di confratelli vietnamiti rimase completamente isolato. Però, poco a poco alcuni di loro iniziarono a lavorare nell’ospedale come dipendenti, ma ovviamente non potevano assolutamente pronunciarsi né sulla gestione né sull’amministrazione di quel nosocomio che prima apparteneva all’Ordine. Inoltre, i giovani confratelli non potevano esercitare nessuna forma di apostolato. Il regime, per impedire che potessero esercitare il loro apostolato, ha fatto costruire un muro tra la casa dei confratelli e la struttura ospedaliera.

 
D. – I vostri confratelli hanno fatto ricorso anche all’ingegno per superare queste grandi difficoltà in Vietnam ...

 
R. – E’ vero. Malgrado queste vicissitudini, l’Ordine non è soltanto riuscito a sopravvivere, ma è cresciuto grazie ad un piccolo gruppo di questi uomini e grazie, possiamo dire anzitutto, alla loro risposta generosa. I nostri confratelli, certo, non sono rimasti a guardare. Privati delle medicine occidentali e senza ospedali né strutture sanitarie proprie, hanno concentrato i loro sforzi sviluppando forme tradizionali di trattamento, ad esempio nel campo dell’erboristeria e dell’agopuntura e altre pratiche riabilitative, ottenendo risultati notevoli. Di fronte all’evidenza di questo bene, neanche il governo ha potuto impedire la loro attività e perciò li ha riconosciuti come esperti in questo campo ed ha concesso loro una licenza per esercitare ed aprire una propria clinica di medicina tradizionale a Tambien. In questo centro, quasi ogni giorno arrivano 300 pazienti per la maggior parte poveri.

 
D. – Da sempre il nome “Fatebenefratelli” richiama la cura dei malati. Come si testimonia la speranza cristiana a chi soffre in un contesto non sempre facile, come quello vietnamita ...

 
R. – Testimoniare la speranza cristiana, cioè il volto di un Dio misericordioso che ama i suoi figli e si prende cura delle sofferenze umane in un contesto anche a volte ostile, come era quello vietnamita, vuol dire anzitutto prendersi cura dell’altro, del bisognoso, con la dedizione gratuita, possiamo dire unicamente animata dalla fede in Gesù; è il gesto che esprime l’amore ma nello stesso tempo rimanda oltre ed è capace davvero di dare la speranza.

 
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