Il cardinale Cottier: "la più grande verità cristiana è l'amore per la verità"
“La ragione è una vagabonda”: ha deciso di cominciare con ironia il suo intervento
il cardinale Georges Marie Martin Cottier in occasione del simposio “La verità nelle
scienze e nella religione” organizzato a Lugano dalla Fondazione Balzan. Il porporato,
infatti, aveva potuto udire i precedenti interventi degli altri autorevoli relatori
chiamati a confrontarsi su questa alta tematica di grande attualità, i quali avevano
espresso diverse ed interessanti valutazioni. Il cardinale Cottier ha incentrato il
suo discorso sul tema “fede e verità” sottolineando come la verità occupi un posto
centrale all’interno della coscienza cristiana in quanto conduce necessariamente a
parlare della fede. Egli ha richiamato quale filo conduttore del suo intervento il
Prologo dal Vangelo di Giovanni. E rileggendolo, ha posto la prima domanda all’uditorio:
“Qual è il rapporto della ragione umana considerata essa stessa rispetto a Dio? Qual
è il senso dell’incomprensibilità di Dio? È il Verbo il cuore della storia. Prima
di esso si tendeva verso la sua incarnazione. Dopo la sua venuta si è tesi verso il
suo trionfo finale”. E ancora: “Il Verbum latino corrisponde al greco Logos il quale
traduce a sua volta il termine ebraico che significa Parola. L’Antico e il Nuovo Testamento
rinviano alla Parola e parlano della Parola attraverso l’intervento di Dio nella storia”.
E’ quindi Cristo il rivelatore. Tra il mistero e il nostro spirito interviene la sua
mediazione: “Egli è quindi il mediatore”. Per il cardinale Cottier la questione oggi
più che mai attuale della compatibilità tra fede e ragione si inserisce nel contesto
ove la nostra stessa ragione è partecipazione alla Ragione divina. La relazione tra
fede e ragione è una ragione che riguarda essenzialmente la verità. È la teologia
che porta l’evidenza naturale, l’intelligenza e l’intellegibilità del Mistero. Per
il porporato vale la massima di Pascal: “la più grande verità cristiana è l’amore
per la verità”. E in ultimo, ricordando Giovanni Paolo II e la sua domanda di perdono
per le colpe della Storia, il relatore ha ricordato come all’interno della storia
cristiana vi è un continuo esame di coscienza che è il frutto della difesa della verità.
“La verità non si impone – ha concluso – che con la forza della verità stessa. (Da
Lugano, Edoardo Caprino)