2008-05-18 15:23:30

Appello dell'UNICEF per i bambini colpiti dal ciclone in Myanmar


Sembrerebbe vicina la svolta per convincere la Giunta militare del Myanmar ad accettare gli aiuti internazionali per le vittime del ciclone Nargis. Lo sostiene il ministro inglese Malloch-Brown, che si trova in queste ore nell'ex capitale birmana di Rangoon. Anche l’UNICEF lancia un appello: i bambini birmani con urgente bisogno di aiuto potrebbero essere anche un milione. L’organismo, in stretta collaborazione con la Croce Rossa e il Programma Alimentare Mondiale sta intervendo in Myanmar per ridurre le gravi conseguenze del ciclone Nargis. In Italia, l’Agenzia ONU ha lanciato una raccolta fondi a cui è possibile contribuire con un sms al numero 48581. Al microfono di Silvia Gusmano il presidente di Unicef Italia Antonio Sclavi:RealAudioMP3
 
R. – I fabbisogni sono enormi. Ci sono bambini e madri che sono morte, ma ci sono anche tanti altri abbandonati e tanti rimasti orfani, disgraziatamente. Quindi, c’è da intervenire massicciamente. L’UNICEF, assieme al Progetto Food internazionale, ha accesso al Paese per gli interventi. Quindi, noi stiamo facendo questo.

 
D. – Come state intervenendo nello specifico?

 
R. – Nell'immediato bisogna intervenire sulla sanità, quindi fornendo le attrezzature per gli ospedali da campo, oppure per garantire la pulizia, perché dalla mancanza di pulizia nascono tutte le infezioni, che potrebbero far morire tanti altri bambini quanti ne sono già morti. Poi, anche la scuola, perchè potrebbe sembrare che la scuola non sia un’emergenza di fronte a tutte queste morti, ma la scuola è un’emergenza per salvare la psiche dei bambini, perché molto spesso i bambini che rimangono orfani all’improvviso restano scioccati e non sono più 'normali' per tutta la vita. Quindi, bisogna farli ritrovare assieme ad altri bambini e a qualcuno che li segua, in modo che possano socializzare di nuovo e ritrovare un senso alla loro vita.

 
D. – Oltre a quelli sanitari e psicologici, quali altri rischi corrono questi bambini sopravvissuti alla catastrofe?

 
R. – Il rischio è la tratta dei bambini. Il rischio è che portino via questi bambini chissà dove. Il rischio è anche che diventino dei bambini soldato. Sono le guerriglie che assoldano i bambini, li drogano e poi li mettono a sparare all’impazzata, perché sono incoscienti, sono troppo piccoli e quindi possono andare allo sbaraglio più dei soldati adulti. Questa è il dramma enorme che si sta verificando in certi Paesi.
 







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