“L’apparizione della Vergine e l’esperienza di Pio VII trasmettono alle generazioni
del nostro tempo un messaggio di speranza”. Così il Papa a Savona nella Messa in piazza
del Popolo
“La mia vista a Savona, nel giorno della santissima Trinità, è anzitutto un pellegrinaggio,
mediante Maria, alle sorgenti della fede, della speranza, dell’amore”. Le parole del
Papa nell’omelia della Messa in piazza del Popolo a Savona racchiudono il senso della
sua visita nella città ligure, dove Benedetto XVI è giunto nel pomeriggio dopo l'arrivo
a Genova. Una città, quella di Savona, testimone dell’Apparizione della Vergine nel
1536 e quasi 3 secoli dopo, della vicenda di Pio VII. Il suo esempio, ha sottolineato
Benedetto XVI “ ci invita a conservare inalterata nelle prove la fiducia in Dio”.
Il servizio della nostra inviata Debora Donnini:
Domani
l'abbraccio di Genova per il Papa. Uno degli incontri toccanti sarà sicuramente quello
di Benedetto XVI con i bambini, i genitori e il personale dell’ ospedale pediatrico
Gaslini, di fama internazionale per la cura delle malattie più rare e non solo. Si
lavora intensamente per mettere a punto gli ultimi dettagli ed è grande l’attesa,
specialmente fra i bambini che regaleranno a Benedetto XVI poesie, disegni, un bouquet
di fiori e un quadro raffigurante il Pontefice stesso. Il presidente della Fondazione
è il cardinale, Angelo Bagnasco, arcivescovo della città. Un ospedale d’avanguardia,
il Gaslini, e di straordinaria accoglienza per i bambini con i diversi padiglioni
indicati dalle immagini di differenti animali, con i suoi splendidi viali, con la
possibilità per i genitori di stare costantemente accanto ai loro figli. Un ospedale,
dunque, che testimonia con evidenza ancora oggi come il cristianesimo abbia portato
questa amorevole attenzione all’uomo, specialmente se sofferente. L’importanza della
fede per i malati è stata sottolineata ai nostri microfoni dal direttore del reparto
di nefrologia del Gaslini, Gian Marco Ghiggeri. Ma sentiamo la testimonianza di alcuni
bambini. Cominciamo da Francesca, 11 anni:
Ma quali
inziative stanno preparando i bambini per questa visita del Papa? Debora Donnini
lo ha chiesto a Vincenzo Lorenzelli, commissario straordinario dell’Istituto:
R. – Stanno
preparando un regalo per il Papa, certo in collaborazione con noi e sotto il nostro
controllo, ma saranno loro alla fine della cerimonia ad offrirgli questo dono in ricordo
della sua visita.
D. – Cosa aiuta coloro che operano in contatto
con la sofferenza dei bambini che è quella che più colpisce, proprio perchè è la sofferenza
dei più piccoli…
R. – Forse questo è il significato molto particolare
e molto bello della visita del Sommo Pontefice all’Istituto Gaslini. Effettivamente
il Santo Padre ha scelto a Genova di entrare in contatto diretto non solo con i piccoli,
ma con i più deboli dei piccoli che sono proprio i bambini malati.
D.
– C’è anche l’attesa di ricevere un messaggio, una parola di conforto per quanti lavorano
qui ed anche per i bambini ricoverati?
R. – Certo una parola di
conforto, ma anche di stimolo, perché dedicarsi alla medicina pediatrica è una cosa
molto particolare ed occorre una vocazione da medici, ma ancor di più occorre una
vocazione particolare perchè curare i bambini e vedere la malattia del bambino è particolarmente
delicato, anche dal punto di vista della psicologia degli operatori. Un incoraggiamento,
quindi, che arriva dal Santo Padre è senz’altro estremamente prezioso per tutti noi
e aspettiamo veramente con ansia la sua visita.
D. – L’ospedale
Gaslini è anche in primo piano per la ricerca. Di cosa vi occupate soprattutto?
R.
– Ci occupiamo a largo spettro soprattutto delle malattie più rare. L’Ospedale Gaslini
non è soltanto un ospedale e un istituto di ricovero e cura, ma ha carattere scientifico
e quindi la ricerca rappresenta uno dei nostri punti di forza da sempre. Tutta la
ricerca in tutte le malattie rare e le più delicate ci vede oggi all’avanguardia e
questo sicuramente in Italia, ma anche nei primissimi livelli del mondo internazionale.
Siamo sul fronte da tutti i punti di vista: da quello oncologico a quello delle malattie
renali. Potrei citarne tanti.
Tra i vari appuntamenti previsti dal programma
della visita del Papa a Genova, c’è anche l’incontro domani con i vescovi e i seminaristi
della Liguria, presso il Seminario Maggiore Interdiocesano, intitolato a “Benedetto
XV”. Quale clima si respira nel Seminario? Isabella Piro lo ha chiesto al Rettore,
mons. Michele Cavallero:
R.
– Si respira un clima pieno di gratitudine, perché per noi è proprio un dono poter
ricevere questa visita, un dono speciale, che non è dato a tutti! Cerchiamo di accogliere
il Papa per quel dono che Egli rappresenta per la Chiesa e per noi è davvero una grazia,
una grazia particolare.
D. - La Diocesi di Genova ha deciso di
legare la visita del Papa alla nascita di due iniziative: un centro per la vita e
una casa di accoglienza per i neonati. Da cosa nasce questa scelta?
R.
- Nasce dalla consapevolezza che la Chiesa, testimone dell’amore di Cristo, è chiamata
ad essere vicina alle situazioni di maggiore necessità, di maggiore difficoltà, in
cui la vita dell’uomo è più provata. Questo è il desiderio: dare un segno che l’annuncio
evangelico è l’annuncio che porta dei frutti di carità, che porta dei segni di speranza
per il nostro mondo.
D. – Il vostro Seminario è intitolato a Benedetto
XV che è stato, almeno finora, l’ultimo Papa genovese. Un Pontefice molto caro all’attuale
Successore di Pietro, tanto che ne ha ripreso il nome. Quale insegnamento resta del
suo Pontificato?
R. – Benedetto XV è vissuto durante il primo conflitto
mondiale, durante il quale ha tenuto una posizione di stretta equidistanza tra i contendenti,
invitando tutti, ripetutamente, alla pace e definendo quella guerra “un’inutile strage”,
quindi denunciandone tutta la gravità, spingendo per una soluzione diplomatica di
quel conflitto e poi dedicandosi, con grande carità, a tutti gli esiti nefasti di
quella guerra. Fu anche il Papa che diede alla Chiesa il primo Codice di Diritto Canonico,
dopo il 1500; diede impulso alle missioni, valorizzando molto l’inculturazione del
Vangelo nelle terre di missione, con uno sguardo, direi, molto moderno. Fu una figura
di grande servizio e di grande speranza per la Chiesa, una persona che ci ha insegnato,
contemporaneamente, l’importanza del servizio alla Chiesa e della pastoralità nella
Chiesa. Resta quindi, per noi, una figura luminosa, un bello stimolo per i seminaristi.
D.
– Sei emozionata, sei contenta per il fatto che viene il Papa?
R.
– Sì, anche perché non l’ho mai visto e guarda caso è lui che viene da me e non sono
io che vado da lui. E’ una cosa un po’ emozionante, un po’ tanto...