2008-05-17 19:50:08

“L’apparizione della Vergine e l’esperienza di Pio VII trasmettono alle generazioni del nostro tempo un messaggio di speranza”. Così il Papa a Savona nella Messa in piazza del Popolo


“La mia vista a Savona, nel giorno della santissima Trinità, è anzitutto un pellegrinaggio, mediante Maria, alle sorgenti della fede, della speranza, dell’amore”. Le parole del Papa nell’omelia della Messa in piazza del Popolo a Savona racchiudono il senso della sua visita nella città ligure, dove Benedetto XVI è giunto nel pomeriggio dopo l'arrivo a Genova. Una città, quella di Savona, testimone dell’Apparizione della Vergine nel 1536 e quasi 3 secoli dopo, della vicenda di Pio VII. Il suo esempio, ha sottolineato Benedetto XVI “ ci invita a conservare inalterata nelle prove la fiducia in Dio”. Il servizio della nostra inviata Debora Donnini: RealAudioMP3


Domani l'abbraccio di Genova per il Papa. Uno degli incontri toccanti sarà sicuramente quello di Benedetto XVI con i bambini, i genitori e il personale dell’ ospedale pediatrico Gaslini, di fama internazionale per la cura delle malattie più rare e non solo. Si lavora intensamente per mettere a punto gli ultimi dettagli ed è grande l’attesa, specialmente fra i bambini che regaleranno a Benedetto XVI poesie, disegni, un bouquet di fiori e un quadro raffigurante il Pontefice stesso. Il presidente della Fondazione è il cardinale, Angelo Bagnasco, arcivescovo della città. Un ospedale d’avanguardia, il Gaslini, e di straordinaria accoglienza per i bambini con i diversi padiglioni indicati dalle immagini di differenti animali, con i suoi splendidi viali, con la possibilità per i genitori di stare costantemente accanto ai loro figli. Un ospedale, dunque, che testimonia con evidenza ancora oggi come il cristianesimo abbia portato questa amorevole attenzione all’uomo, specialmente se sofferente. L’importanza della fede per i malati è stata sottolineata ai nostri microfoni dal direttore del reparto di nefrologia del Gaslini, Gian Marco Ghiggeri. Ma sentiamo la testimonianza di alcuni bambini. Cominciamo da Francesca, 11 anni:RealAudioMP3

Ma quali inziative stanno preparando i bambini per questa visita del Papa? Debora Donnini lo ha chiesto a Vincenzo Lorenzelli, commissario straordinario dell’Istituto: RealAudioMP3


R. – Stanno preparando un regalo per il Papa, certo in collaborazione con noi e sotto il nostro controllo, ma saranno loro alla fine della cerimonia ad offrirgli questo dono in ricordo della sua visita.




D. – Cosa aiuta coloro che operano in contatto con la sofferenza dei bambini che è quella che più colpisce, proprio perchè è la sofferenza dei più piccoli…




R. – Forse questo è il significato molto particolare e molto bello della visita del Sommo Pontefice all’Istituto Gaslini. Effettivamente il Santo Padre ha scelto a Genova di entrare in contatto diretto non solo con i piccoli, ma con i più deboli dei piccoli che sono proprio i bambini malati.




D. – C’è anche l’attesa di ricevere un messaggio, una parola di conforto per quanti lavorano qui ed anche per i bambini ricoverati?




R. – Certo una parola di conforto, ma anche di stimolo, perché dedicarsi alla medicina pediatrica è una cosa molto particolare ed occorre una vocazione da medici, ma ancor di più occorre una vocazione particolare perchè curare i bambini e vedere la malattia del bambino è particolarmente delicato, anche dal punto di vista della psicologia degli operatori. Un incoraggiamento, quindi, che arriva dal Santo Padre è senz’altro estremamente prezioso per tutti noi e aspettiamo veramente con ansia la sua visita.




D. – L’ospedale Gaslini è anche in primo piano per la ricerca. Di cosa vi occupate soprattutto?




R. – Ci occupiamo a largo spettro soprattutto delle malattie più rare. L’Ospedale Gaslini non è soltanto un ospedale e un istituto di ricovero e cura, ma ha carattere scientifico e quindi la ricerca rappresenta uno dei nostri punti di forza da sempre. Tutta la ricerca in tutte le malattie rare e le più delicate ci vede oggi all’avanguardia e questo sicuramente in Italia, ma anche nei primissimi livelli del mondo internazionale. Siamo sul fronte da tutti i punti di vista: da quello oncologico a quello delle malattie renali. Potrei citarne tanti.


Tra i vari appuntamenti previsti dal programma della visita del Papa a Genova, c’è anche l’incontro domani con i vescovi e i seminaristi della Liguria, presso il Seminario Maggiore Interdiocesano, intitolato a “Benedetto XV”. Quale clima si respira nel Seminario? Isabella Piro lo ha chiesto al Rettore, mons. Michele Cavallero: RealAudioMP3

 
R. – Si respira un clima pieno di gratitudine, perché per noi è proprio un dono poter ricevere questa visita, un dono speciale, che non è dato a tutti! Cerchiamo di accogliere il Papa per quel dono che Egli rappresenta per la Chiesa e per noi è davvero una grazia, una grazia particolare.




D. - La Diocesi di Genova ha deciso di legare la visita del Papa alla nascita di due iniziative: un centro per la vita e una casa di accoglienza per i neonati. Da cosa nasce questa scelta?




R. - Nasce dalla consapevolezza che la Chiesa, testimone dell’amore di Cristo, è chiamata ad essere vicina alle situazioni di maggiore necessità, di maggiore difficoltà, in cui la vita dell’uomo è più provata. Questo è il desiderio: dare un segno che l’annuncio evangelico è l’annuncio che porta dei frutti di carità, che porta dei segni di speranza per il nostro mondo.




D. – Il vostro Seminario è intitolato a Benedetto XV che è stato, almeno finora, l’ultimo Papa genovese. Un Pontefice molto caro all’attuale Successore di Pietro, tanto che ne ha ripreso il nome. Quale insegnamento resta del suo Pontificato?




R. – Benedetto XV è vissuto durante il primo conflitto mondiale, durante il quale ha tenuto una posizione di stretta equidistanza tra i contendenti, invitando tutti, ripetutamente, alla pace e definendo quella guerra “un’inutile strage”, quindi denunciandone tutta la gravità, spingendo per una soluzione diplomatica di quel conflitto e poi dedicandosi, con grande carità, a tutti gli esiti nefasti di quella guerra. Fu anche il Papa che diede alla Chiesa il primo Codice di Diritto Canonico, dopo il 1500; diede impulso alle missioni, valorizzando molto l’inculturazione del Vangelo nelle terre di missione, con uno sguardo, direi, molto moderno. Fu una figura di grande servizio e di grande speranza per la Chiesa, una persona che ci ha insegnato, contemporaneamente, l’importanza del servizio alla Chiesa e della pastoralità nella Chiesa. Resta quindi, per noi, una figura luminosa, un bello stimolo per i seminaristi.


 
D. – Sei emozionata, sei contenta per il fatto che viene il Papa?




R. – Sì, anche perché non l’ho mai visto e guarda caso è lui che viene da me e non sono io che vado da lui. E’ una cosa un po’ emozionante, un po’ tanto...




D. – Cosa pensi che il Papa ti dirà?










All the contents on this site are copyrighted ©.