Mons. Migliore all’ONU: un mercato più equo per combattere la crisi alimentare
Andare incontro ai bisogni reali delle persone ed evitare un dialogo limitato a logiche
ambientali e economiche guidate da egoismi e ideologie. E’ l’obiettivo indicato dall’arcivescovo
Celestino Migliore, osservatore permanente della Santa Sede presso l’ONU, nel suo
intervento ieri al Consiglio Economico Sociale delle Nazioni Unite. Il servizio di
Fausta Speranza.
Guardare
non solo a chi consuma nel mondo ma a chi e a dove si produce cibo. È la raccomandazione
di mons. Migliore che chiama a riflettere sui meccanismi che ostacolano un reale sviluppo
sostenibile. Il 70% dei poveri del mondo – ricorda mons. Migliore – vivono in zone
rurali dove la malnutrizione persiste. “Maggiori investimenti ai piccoli coltivatori
di tali aree rurali - raccomanda dunque l’osservatore permanente della Santa Sede
all’ONU – potrebbero aiutarli a migliorare la produzione in modo sostenibile, con
la conseguenza positiva di far fronte alla fame cronica e alla malnutrizione in certe
regioni.” “Le politiche agricole – afferma mons. Migliore – hanno bisogno di riscoprire
il cammino della ragione e della realtà per trovare un equilibrio tra la necessità
di produrre cibo e la necessità di essere buoni custodi della terra.”
Resta
fondamentale investire in un programma a medio e a lungo termine in programmi agricoli
con logiche di sviluppo sostenibile a livello locale e internazionale. “Questi investimenti
– afferma con estrema chiarezza mons. Migliore – devono essere fatti in modo da agire
sui prezzi delle risorse alimentari così come anche sui meccanismi di distribuzione
e di produzione del cibo nel mondo, in particolare in Africa. Bisogna continuare a
sostenere i programmi che permettono ai coltivatori di produrre a livello locale facendo
anche sforzi più grandi per limitare gli aspetti negativi dei cambiamenti ambientali
e delle realtà finanziarie. In definitiva, l’obiettivo è di andare incontro ai bisogni
fondamentali delle persone e di evitare di ridurre il dialogo a termini economici
o ambientali estremi, guidati da egoismi e ideologie. Mons. Migliore parla di “precisa
responsabilità” dell’ONU e dei suoi organismi, sottolineando che si tratta di una
questione di “credibilità” e invitando a fornire risposte adeguate alle crisi.
Resta
da dire che mons. Migliore, dopo aver parlato della attuale crisi di cibo, ricorda
anche altre persistenti sfide, quali i cambiamenti climatici, i sussidi all’agricoltura,
un mercato equo, il degrado ambientale, augurando un “domani più giusto e sicuro”.
Infine, parole di condoglianze e di solidarietà per tutte le persone colpite dalla
tragedia per il ciclone in Myanmar e il terremoto in Cina.