2008-05-16 15:27:56

I vescovi dell'Africa australe chiedono l’intervento internazionale per fermare le violenze in Zimbabwe


La Conferenza episcopale dell’Africa Australe (SACBC) lancia un appello alla comunità internazionale affinché intervenga per "porre fine alle sistematiche intimidazioni, violenze e torture nello Zimbabwe". L’appello, riportato dall'agenzia Fides, è contenuto in un comunicato diffuso martedì e firmato da mons. Buti Tlhagale, arcivescovo di Johannesburg e Presidente della SACBC. Dopo l’annuncio, ai primi di maggio, dei risultati ufficiali delle elezioni presidenziali (a più di un mese dal voto), i cittadini dello Zimbabwe devono tornare alle urne per il ballottaggio in una data ancora da definire. Secondo i vescovi del Sudafrica, del Botswana e dello Swaziland, però, l'attuale “regno del terrore” in cui vive il Paese, che ha visto “numerosi morti, pestaggi e la fuga di molte persone”, “non è favorevole allo svolgimento di elezioni libere e trasparenti". "Il cardinale Wilfrid Napier, arcivescovo di Durban, ha visitato di recente lo Zimbabwe e ha raccolto testimonianze di prima mano sulle violenze sistematiche, sulle intimidazioni e sulle torture. Le vittime delle violenze hanno puntato il dito contro gli agenti delle Forze Armate, della polizia, della Central Intelligence Organization (CIO), i veterani, le milizie giovanili e criminali comuni", denuncia la nota, ricordando che la “dignità umana è intrinseca a ogni essere umano, qualunque sia la sua affiliazione politica e deve essere rispettata”. Mons. Tlhagale, fa quindi “appello a tutti i partiti affinché tengano a freno i loro sostenitori e fermino questo orrore" e chiede l'invio immediato di osservatori internazionali per garantire il corretto svolgimento del ballottaggio. La nota conclude con un invito a tutti i cittadini dello Zimbabwe “a ricordare la speranza con cui hanno partecipato alle elezioni di marzo” e “a fare tutto quanto in loro potere per riportare lo Zimbabwe al suo giusto posto nella famiglia delle Nazioni”. La Chiesa sudafricana ha anche condannato duramente i gravi atti di violenza commessi contro gli immigrati di origine zimbabwana e mozambicana nella township di Alexandra, un sobborgo povero vicino al quartiere degli affari di Johannesburg. Dall'inizio della settimana in una serie successiva di assalti commessi da bande armate di machete e pistole, sono morte due persone e altre sono rimaste ferite. “I recenti attacchi a coloro che non sono nati in Sudafrica destano profonda vergogna e preoccupazione” ha affermato mons. Tlhagale. (L. Z.)







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