‘Blindness’ (Cecità) del brasiliano Fernando Meirelles, che inaugura oggi il 61.mo
Festival di Cannes, avrebbe avuto tutte le carte in regola per non passare inosservato;
una fonte celebre, il romanzo omonimo dello scrittore portoghese José Saramago, un
cast stellare con Julianne Moore, Mark Ruffalo e Gael Garcia Bernal e una storia che
allude metaforicamente ai nostri tempi: una città senza nome colpita da un’epidemia
di cecità che risparmia solo una donna. In realtà, il film delude fortemente. A parte
le incongruenze di una sceneggiatura che banalizza la scrittura e il pensiero di Saramago
e una recitazione da fiction televisiva, Blindness segue infatti la logica del tanto
peggio tanto meglio, tipica di tanta letteratura fantascientifica. Viene descritta
una società in preda alla barbarie e ormai priva della coscienza di sé, con uno sguardo
totalmente immanente che non lascia intravedere il minimo barlume di umanità. Se per
arrivare ad un “lieto fine” dobbiamo passare per una galleria degli orrori esibita
attraverso un’estetica pubblicitaria tutta mirata a vendere il prodotto, preferiamo
abdicare e passare oltre. D’altronde non è che manchino le occasioni, viste le centinaia
di titoli che affollano il programma di questa edizione, fra Competizione Ufficiale,
Un Certain Regard, Quinzaine des Réalisateurs e Semaine Internationale de la Critique.
A contendersi la Palma d’oro una ventina di film fra cui alcuni, realizzati dai migliori
cineasti contemporanei: ‘Changeling’ di Clint Eastwood, ‘Le silence’ de Lorna di Jean-Pierre
e Luc Dardenne, Adoration di Atom Egoyan, ‘La frontière de l’aube’ di Philippe Garrel,
‘24 City’ di Jia Zhangke, The Palermo Shooting di Wim Wenders. Fra i film in concorso
anche due italiani, che faranno molto discutere: ‘Gomorra’ di Matteo Garrone, basato
sul libro omonimo di Roberto Saviano, e ‘Il divo’ di Paolo Sorrentino, ispirato alla
figura di uno dei più celebri politici italiani, Giulio Andreotti. Nonostante l’inizio
sottotono, la speranza è quella di vedere un cinema che respiri l’etica della vita
piuttosto che quella della morte. Noi siamo pronti al via. Sulla Croisette soffia
forte il vento del cinema. (Da Cannes: Luciano Barisone)