Famiglie migranti, mondo globalizzato ed evangelizzazione: aperta l’XVIII sessione
plenaria del Consiglio per i Migranti e gli Itineranti
“La famiglia migrante e itinerante” è il tema della 18.ma sessione plenaria del Pontificio
Consiglio per i Migranti e gli Itineranti, aperta stamani a Palazzo San Calisto con
gli interventi del presidente del dicastero vaticano, il cardinale Renato Raffaele
Martino, e del segretario, l’arcivescovo Agostino Marchetto. Il servizio di Fausta
Speranza: “Qualificare
sempre più la creatività e lo zelo degli operatori pastorali in ambito di migranti,
senza mai perdere l’orientamento fondamentale comune, che è quello di attuare il piano
di Dio, che ha voluto che l’uomo e la donna formassero una sola carne (cf. Mt 19,
6) nel vincolo del matrimonio”: è l’obiettivo indicato dal cardinale Raffaele Martino,
dopo aver esaminato il tema della famiglia migrante e itinerante nell’odierno mondo
globalizzato. Il cardinale Martino ha osservato che la famiglia stessa è uno dei fattori
propulsori della mobilità delle persone. Si emigra, ha detto, per trovare condizioni
più favorevoli di vita, si fugge per cercare rifugio in terre ospitali, ci si sposta
per studiare all’estero, si affronta un viaggio turistico anche per rinsaldare i vincoli
familiari, si lavora in mare o nell’aviazione civile per dare sostentamento ai propri
cari. Vi sono poi - ha sottolineato - diverse circostanze per la famiglia con riferimento
alla strada: nel cammino del pellegrinaggio, nel “nomadismo” per cultura e tradizione,
nella viabilità come utenti, nel triste sfruttamento della prostituzione, nella ricerca
di una residenza per i senzatetto e di un’accoglienza per tanti minori. La raccomandazione
del cardinale Martino, in definitiva, è quella di “prodigarsi affinché la famiglia,
cellula vitale di ogni società, possa vivere unita anche nella mobilità e, ove ciò
non fosse possibile, per trovare una comunità o un luogo ove sperimentare un clima
familiare”. C’è poi un’altra riflessione sulla cellula familiare: riguarda la sua
missione educatrice da svolgere. Attraverso l’esempio e il dialogo, i genitori - ha
affermato il presidente del Pontificio Consiglio - possono assolvere al compito di
catechisti dei loro figli, offrendo una cultura della vita, nel rispetto dei valori,
nell’armonia delle relazioni, nell’osservanza della religione e nella salvaguardia
del Creato. C’è stato poi l’intervento dell’arcivescovo Agostino
Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli
itineranti, che ha innanzitutto ripercorso l’impegno di riflessione fatto a partire
dalla scorsa plenaria, indicando i relativi documenti. Si è rivolto poi non solo agli
operatori nel campo ma a tutti i sacerdoti, le comunità parrocchiali e le comunità
cristiane, perché trasformino “la famiglia migrante e itinerante in un fattore più
efficace per l’evangelizzazione e per il consolidamento dei valori cristiani”. L’obiettivo
indicato è quello di rendere la famiglia non solo beneficiaria dell’azione pastorale
e caritativa della Chiesa, ma anche protagonista dell’evangelizzazione, nel suo specifico
ambito. Di società europea interculturale e multireligiosa ha
parlato padre Hans Voecking, segretario della Commissione per le Migrazioni del Consiglio
Conferenze episcopali europee (CCEE), chiedendo per tutte le persone immigrate in
un Paese europeo, con un contratto di lavoro, "stessi diritti sociali e familiari
dei residenti". "Bisogna opporsi - ha affermato - all'applicazione dello statuto di
'stagionale' e a quello di lavoratori di breve durata, poichè entrambi tengono conto
unicamente della forza lavorativa e non considerano gli aspetti psicologici e educativi".
"Non è accettabile - ha sottolineato padre Voecking - mantenere le differenze tra
i gruppi socioeconomici provenienti dall'Europa o da un altro continente". "L'altro
- ha aggiunto - va riconosciuto per quello che è e non per quello che vorremmo che
fosse".