Le Misericordie d'Italia rilanciano dalla Locride il loro impegno cristiano e civile
“Nella Locride per gettare il seme della carità e portare il segno della solidarietà”.
E’ la sfida delle Misericordie d’Italia nello scegliere Siderno, in Calabria, per
la loro assemblea nazionale. Le Misericordie, lo ricordiamo, costituiscono una delle
più grandi entità federative in Italia nell’ambito del volontariato. Durante l’assemblea,
conclusasi ieri dopo due giorni di lavoro, hanno ribadito l’impegno nel settore socio-sanitario-assistenziale,
nella protezione civile e nell’attività internazionale. Monia Mandracchia ha
intervistato il presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie Gabriele
Brunini.
R.
– Abbiamo ritenuto che la Confederazione nazionale delle Misericordie dovesse portare
una propria testimonianza nei luoghi dove c’è più bisogno di un impegno civile, ma
anche di un impegno forte da parte dei cattolici e dei cristiani. Abbiamo scelto la
Locride perché è un luogo e una terra della Calabria, dove c’è bisogno di portare
un messaggio di pace, di concordia e di solidarietà e soprattutto dare una testimonianza
ai giovani. L’idea nostra è anche quella di promuovere la costituzione di nuove Misericordie
proprio in questa parte della Calabria, dove siamo presenti in misura ridotta rispetto
ad altre zone della stessa Calabria.
D. – Ma in concreto
le Misericordie cosa propongono ai giovani della Locride?
R.
– Noi pensiamo che dare ai giovani le opportunità di vivere un’esperienza di carità
all’interno di un’associazione che lavora a favore del prossimo sia un’occasione di
presenza di pace e di impegno civile e sia anche un modo per allontanare la criminalità
che spesso li fagocita.
D. – Quali sono le attività
principali della Confraternita?
R. – Le Confraternite,
soprattutto quelle più antiche e quelle più organizzate, sono soprattutto quelle di
trasporto sanitario, di trasporto di emergenza, di assistenza domiciliare, e si possono
spingere nella gestione di strutture assistenziali per anziani, per disabili, ma è
soprattutto la cultura della carità che deve essere insegnata nelle Misericordie,
quella che ci insegna il Vangelo. Questo è sempre stato il messaggio delle Misericordie
che dal 1240 hanno cercato di portare nelle comunità dove sono presenti.
D.
– Per concludere, la sfida per il futuro?
R. – Quella
di continuare a promuovere in tante realtà che hanno bisogno la presenza delle nostre
associazioni. Proprio in questi giorni stiamo lavorando per costituire Misericordie
presso i santuari di Loreto e di Pompei e una nostra aspettativa è anche quella di
lavorare per la costituzione di una Misericordia a San Giovanni Rotondo. Anche questa
presenza nei grandi santuari della cristianità, dove c’è un grande afflusso di pellegrini,
essere presenti con i nostri volontari della Protezione Civile, credo sia un servizio
alla Chiesa italiana, per cui noi ci proponiamo come uno dei bracci operativi della
carità.