Convegno all'Augustinianum sul tema “Il matrimonio dei cristiani: esegesi biblica
e diritto romano”
L’uguaglianza tra uomo e donna, la fedeltà, l’impegno evangelico: sono gli aspetti
che caratterizzano il matrimonio cristiano sin dai primi secoli e che lo hanno differenziato
dalle unioni pagane. Se ne è discusso all’Istituto Patristico Augustinianum di Roma
dove si è svolto in questi giorniil XXXVII Incontro di studiosi dell’antichità cristiana
sul tema: “Il matrimonio dei cristiani: esegesi biblica e diritto romano”. Tra le
sessioni di studio anche quella dedicata ai matrimoni misti. Sulle origini del matrimonio
cristiano Tiziana Campisi ha intervistato padre Angelo di Berardino,
docente di patrologia dell’Augustinianum: R.
– La prima generazione cristiana in maggioranza era composta da giudei che accettavano
Cristo come il Messia e allo stesso tempo accettavano la legge nel matrimonio sia
nel mondo ebraico che nel mondo pagano. Naturalmente hanno dato a questo rapporto
tra uomo e donna nell’unione matrimoniale una visione diversa: è quella in cui al
centro c’è Cristo, quindi non qualcosa soltanto di umano, ma c’è la visione che Cristo,
come si vede in alcune immagini, sia dietro ai due sposi, sia nel senso che c’è qualche
cosa che supera l’umanità sia che c’è la grazia di Dio nel matrimonio.
D.
– Ci sono delle documentazioni che ci fanno conoscere meglio il matrimonio cristiano
nei primi secoli?
R. - Le prime testimonianze le
troviamo nel Nuovo Testamento e in San Paolo che dà dei consigli alle comunità cristiane
di Corinto. Poi, cominciamo con Ignazio e in particolare Tertulliano, all’inizio del
terzo secolo, che parla dell’uomo e della donna e dell’unica grazia che c’è in loro
due. Nello stesso periodo in Oriente abbiamo Clemente Alessandrino che ha delle pagine
molto belle sul rapporto tra l’uomo e la donna nel matrimonio. Questa riflessione
sul matrimonio si approfondisce sempre di più in particolare con Agostino che porta
il contributo più grande nella teologia, nella visione del matrimonio in rapporto
alla creazione dell’uomo e della donna.
D. - Quali
valori hanno evidenziato del matrimonio cristiano i Padri della Chiesa?
R.
– Anzitutto che il matrimonio non è un affare privato, c’è un rapporto con la società
e un rapporto soprattutto con la fede. Si sottolinea la differenza tra leggi romane
e legge cristiana con l’idea che tutti siamo figli di Dio anche nel matrimonio, per
cui il valore fondamentale che i cristiani portano è quello della fedeltà, dell’uguaglianza
dell’uomo e della donna, mentre nella tradizione sia giudaica che pagana c’è una discriminazione
rispetto alla donna.
D. – Cosa recuperare oggi dell’insegnamento
dei Padri della Chiesa sul matrimonio?
R. – I cristiani
vivevano in una società, prima pagana ma poi nel IV secolo diventa una società multireligiosa,
multietnica, e affermano un’identità cristiana che non doveva confondersi con la legislazione
pagana o la prassi pagana, per cui difendevano molto sia l’uguaglianza dell’uomo e
della donna di fronte a Dio e sia la reciproca fedeltà in rapporto alla loro vita
ma anche in rapporto a Dio perchè ambedue sono responsabili di fronte a Dio: per questo
mettevano in rilievo che una cosa sono le leggi civili e la prassi della maggioranza
e un’altra cosa sono le leggi del Vangelo e la prassi cristiana.