Chiesa universale, frutto della Pentecoste: la riflessione del Papa e il suo forte
appello per il Libano, alla Messa e al Regina Caeli
Spirito Santo e armonia dei carismi, responsabilità della Chiesa universale di farsi
strumento di pace, dono della Riconciliazione: al centro dell’Omelia del Papa alla
S. Messa nella Basilica Vaticana nella Solennità di Pentecoste. Al Regina Caeli, in
piazza San Pietro, l’appello del Papa per la preoccupante situazione in Libano. Servizio
di Fausta Speranza:
“Solo
lo Spirito Santo, che crea unità nell’amore e nella reciproca accettazione delle diversità,
può liberare l’umanità dalla costante tentazione di una volontà di potenza terrena
che vuole tutto dominare e uniformare”. Così il Papa ricorda che “a Pentecoste la
Chiesa viene costituita non da una volontà umana, ma dalla forza dello Spirito di
Dio”. Lo definisce un “vero e proprio Battesimo di fuoco della comunità” e ci parla
della “nuova famiglia” che si crea quando i discepoli riuniti con “alcune donne” e
Maria, Madre di Gesù, “furono tutti pieni di Spirito Santo” e “cominciarono a parlare
in altre lingue”. Una famiglia – dice il Papa –“basata non più su vincoli di sangue
ma sulla fede in Cristo”. Una Chiesa nascente che ha la preghiera come “attività principale”
e che “riceve la sua unità dal Signore” e che “si lascia guidare dalla sua volontà”.
Benedetto XVI si sofferma su un aspetto peculiare dello Spirito: “sull’intreccio tra
molteplicità e unità, dell’armonia dei diversi carismi nella comunione del medesimo
Spirito. E il Papa sottolinea che “la Chiesa che nasce a Pentecoste non è una Comunità
particolare ma la Chiesa universale, che parla le lingue di tutti i popoli”: “Da
essa nasceranno poi altre Comunità in ogni parte del mondo, Chiese particolari che
sono tutte e sempre attuazioni della sola ed unica Chiesa di Cristo. La Chiesa cattolica
non è pertanto una federazione di Chiese, ma un’unica realtà: la priorità ontologica
spetta alla Chiesa universale. Una comunità che non fosse in questo senso cattolica
non sarebbe nemmeno Chiesa.” Il Papa ricorda il disegno
provvidenziale che da Gerusalemme porta a Roma:
“Roma rappresenta
il mondo intero ed incarna perciò l’idea lucana della cattolicità. Si è realizzata
la Chiesa universale, la Chiesa cattolica, che è il proseguimento del popolo dell’elezione
e ne fa propria la storia e la missione.”
E il Papa ricorda il valore
della parola “Shalom” che Gesù pronuncia due volte all’apparizione ai discepoli dopo
la Risurrezione: è molto di più di un saluto – spiega Benedetto XVI – “è il dono della
pace promessa”. E’ un dono che si fa per la Chiesa responsabilità: “responsabilità
di essere costituzionalmente segno e strumento della pace di Dio per tutti i popoli.
“Ho cercato di farmi tramite di questo messaggio
recandomi recentemente alla sede dell’O.N.U. per rivolgere la mia parola ai rappresentanti
dei popoli.”
Ma il Papa aggiunge che non è solo
ai grandi eventi che si deve pensare ma all’ordinaria presenza e azione della Chiesa.
E
il dono della pace e dello Spirito sono il cuore del Sacramento della riconciliazione,
tanto importante – dice il Papa – ma “purtroppo non sufficientemente compreso”. “La
pace di Cristo si diffonde solo tramite cuori rinnovati di uomini e donne riconciliati
e fatti servi della giustizia, pronti a diffondere nel mondo la pace con la sola forza
della verità, senza scendere a compromessi con la mentalità del mondo, perché il mondo
non può dare la pace di Cristo: ecco come la Chiesa può essere fermento di quella
riconciliazione che viene da Dio. Può esserlo solo se resta docile allo Spirito e
rende testimonianza al Vangelo, solo se porta la Croce come e con Gesù. Proprio questo
testimoniano i santi e le sante di ogni tempo!”
(canto)
Dopo
la Messa nella basilica Vaticana, alle 12:00, come di consueto, il Papa è affacciato
dalla sua finestra su Piazza San Pietro per la preghiera mariana. E dopo la recita
del Regina Caeli, il pensiero del Papa va alla preoccupante situazione in Libano: “Ho
seguito con profonda preoccupazione, nei giorni scorsi, la situazione in Libano, dove,
allo stallo dell'iniziativa politica, hanno fatto seguito, dapprima, la violenza verbale
e poi gli scontri armati, con numerosi morti e feriti. Anche se, nelle ultime ore,
la tensione si è allentata, ritengo oggi doveroso esortare i libanesi ad abbandonare
ogni logica di contrapposizione aggressiva, che porterebbe il loro caro Paese verso
l'irreparabile.Il dialogo, la mutua comprensione e la ricerca del ragionevole
compromesso sono l’unica via che può restituire al Libano le sue istituzioni e alla
popolazione la sicurezza necessaria per una vita quotidiana dignitosa e ricca di speranza
nel domani. Che il Libano, per l’intercessione di Nostra Signora del Libano, sappia
rispondere con coraggio alla sua vocazione di essere, per il Medio Oriente e per il
mondo intero, segno della reale possibilità di pacifica e costruttiva convivenza tra
gli uomini. Le diverse comunità che lo compongono – come ricordava l’Esortazione post-sinodale
Una nuova speranza per il Libano (cfr n. 1) – sono al tempo stesso “una ricchezza,
un’originalità ed una difficoltà. Ma far vivere il Libano è un compito comune di tutti
i suoi abitanti”. Con Maria, Vergine in preghiera a Pentecoste, chiediamo all’Onnipotente
un’abbondante effusione dello Spirito Santo, lo Spirito dell’unità e della concordia,
che a tutti ispiri pensieri di pace e di riconciliazione.”
Inoltre,
anche alla recita del Regina Caeli il Papa incentra la sua riflessione sulla Pentecoste,
ricordando l’antica festa ebraica in cui si faceva memoria dell’Alleanza stretta da
Dio col suo popolo al monte Sinai, diventata anche festa cristiana proprio per quanto
avvenne in tale ricorrenza, 50 giorni dopo la Pasqua di Gesù. “Tutta la missione di
Gesù era stata finalizzata a donare agli uomini lo Spirito di Dio e a battezzarli
nel suo ‘lavacro’ di rigenerazione”, afferma aggiungendo:
“Allora
lo Spirito di Dio è stato effuso in modo sovrabbondante, come una cascata capace di
purificare ogni cuore, di spegnere l’incendio del male e di accendere nel mondo il
fuoco dell’amore divino.”
“La Pentecoste è perciò, in modo speciale,
il battesimo della Chiesa che intraprende la sua missione universale a cominciare
dalle strade di Gerusalemme”: lo ribadisce il Papa spiegando che “in questo battesimo
di Spirito Santo sono inseparabili la dimensione personale e quella comunitaria, l’io
del discepolo e il noi della Chiesa”. Lo Spirito consacra la persona e la rende partecipe
della missione di testimoniare il suo amore, attraverso i Sacramenti dell’iniziazione
cristiana: il Battesimo e la Confermazione. “Nel
mio Messaggio per la prossima Giornata Mondiale della Gioventù 2008, ho proposto ai
giovani di riscoprire la presenza dello Spirito Santo nella loro vita e, quindi, l’importanza
di questi Sacramenti. Oggi vorrei estendere l’invito a tutti: riscopriamo, cari fratelli
e sorelle, la bellezza di essere battezzati nello Spirito Santo; riprendiamo coscienza
del nostro Battesimo e della nostra Confermazione, sorgenti di grazia sempre attuale.”
Tra
i saluti in varie lingue, si è rivolto così al gruppo di “Ragazzi per l’Unità” del
Movimento dei Focolari, provenienti da molti Paesi dei cinque continenti: “Cari
ragazzi, voi siete un bel segno del fatto che la Chiesa parla tutte le lingue! Seguendo
il carisma di Chiara Lubich, continuate con entusiasmo la vostra “corsa per l’unità.” Un
cordiale saluto anche a tutti i pellegrini di lingua italiana, in particolare ai ragazzi
di San Martino Gusnago che hanno ricevuto la Cresima, al gruppo dell’Associazione
Nazionale Emodializzati e agli alunni della Scuola “Maria Ausiliatrice” di Catania.
A tutti auguro una buona domenica di Pentecoste. In polacco, un pensiero alla tradizionale
processione e la Santa Messa in onore di Santo Stanislao, testimone di una fede salda
e intrepida.