Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa Domenica di Pentecoste la Liturgia ci presenta il Vangelo in cui Gesù Risorto
appare ai discepoli, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano per
timore dei Giudei. Il Signore dice: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io
mando voi". Quindi, alitando su di loro, aggiunge:
"Ricevete lo Spirito
Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno
non rimessi".
Sulla Solennità di Pentecoste ascoltiamo il commento del
teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia alla Pontificia Università
Lateranense:
“Allora
il Signore Dio plasmò l’uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un
alito di vita” (Gn 2, 7).
Come “in principio” il
Creatore ha plasmato per noi un corpo e ci ha donato lo spirito di vita, lo Spirito
vivificante, così, dopo che il nostro spirito si era estenuato ed era divenuto “senza
forza” e il nostro corpo era rimasto in balia delle passioni e della morte, il Figlio,
dopo averci guadagnato “la redenzione del nostro corpo” con l’offerta sacrificale
del Suo, ora ci dona anche lo Spirito, come “in principio”: “Allora il Signore Dio
plasmò l’uomo con la polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita”
(Gn 2, 7).
La Risurrezione ci ha liberati dalla schiavitù
antica e ci ha liberati per la Pentecoste, per l’Alleanza nuova ed eterna che il Padre
stringe di nuovo con noi.
In questo Spirito avviene
una “nuova creazione”, un nuovo principio. E come la prima creazione era in vista
del Patto, così anche ora.