2008-05-09 15:28:38

Il Parlamento europeo boccia un emendamento che equipara le Chiese alle lobby


Con 316 voti contro, 177 a favore e 122 astensioni il Parlamento europeo ha respinto l’emendamento presentato dal gruppo dell’ALDE (Liberal-democratici) secondo cui “dovrebbero essere considerati lobbisti e trattati allo stesso modo” i rappresentanti delle chiese alla pari con quelli di aziende o non meglio precisate “organizzazioni filosofiche e non confessionali”. Contro L’emendamento si sono espressi compatti i parlamentari del Partito Popolare Europeo, richiamandosi non solo alla diversità di natura e ruolo delle Chiese rispetto agli interessi di aziende o associazioni professionali, ma anche al contrasto tra emendamento e il trattato dell’UE che riconosce esplicitamente l’identità e la specificità delle Chiese. Al “no” del PPE si è aggiunto anche quello di molti europarlamentari liberali dell’ALDE che hanno condannato l’iniziativa presentata a nome di tutto il gruppo da parte dell’olandese Sophia in’t Velt. Il capo fila del PD nell’ALDE, Gianluca Susta, ha infatti precisato ad Avvenire che si è trattato di una “mera iniziativa personale di alcuni, senza impegnare in alcun modo il gruppo nel suo complesso”. Di “estremisti laicisti” sconfitti parla invece il vicepresidente dell’Europarlamento Mario Mauro del PPE. Nella stessa seduta l’aula di Bruxelles ha comunque approvato a larga maggioranza la risoluzione presentata da Ingo Friedrich (PPE) che chiede un sistema che imponga maggiore trasparenza ad oltre 15.000 lobbisti, con la registrazione obbligatoria dei gruppi di interesse e un codice di condotta che dia garanzie di correttezza. La risoluzione prevede che vengano registrati i lobbisti di professione e aziendali, le ONG, i centri di studi, le associazioni di categoria, i sindacati e le organizzazioni con scopo di lucro. Chi, insomma, svolge “attività per influenzare l’elaborazione delle politiche e il processo decisionale”. In quest’ottica, tra i gruppi d’interesse riconosciuti dall’Europarlamento figura anche la Commissione degli episcopati dell’UE. (M.G.)







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