2008-05-08 14:31:59

Musica e arte veicoli privilegiati d’incontro: così il Papa nel suo abbraccio al popolo cinese al termine del Concerto offerto in suo onore dalla Filarmonica di Pechino


Anche la musica può permettere la conoscenza tra i popoli: è quanto ha affermato Benedetto XVI ieri sera al termine del concerto offerto, nell’Aula Paolo VI, dall’Orchestra Filarmonica Cinese e dal Coro dell’Opera di Shanghai. In onore del Santo Padre sono stati eseguiti il Requiem di Mozart e il Jasmin Flowers, canto popolare cinese usato nella Turandot. Rivolgendo i suoi saluti ai musicisti il Papa ha voluto anche estendere il suo pensiero all’intero popolo cinese che con le prossime Olimpiadi si prepara “a vivere un evento di grande valore per l’intera umanità”. Il servizio di Tiziana Campisi:RealAudioMP3


Veicolo di incontro e di reciproca conoscenza e stima fra popolazioni e culture diverse: questo possono diventare la musica e l’arte per Benedetto XVI. Il Papa ha ringraziato calorosamente l’Orchestra Filarmonica Cinese e il Coro dell’Opera di Shanghai che con il loro concerto hanno offerto l’opportunità di un contatto “con la vivace realtà del mondo della Cina”:

“Questa sera, accogliendo voi, cari artisti cinesi, il Papa intende accogliere idealmente l’intero vostro popolo, con un pensiero speciale ai vostri concittadini che condividono la fede in Gesù e sono uniti con un particolare legame spirituale al Successore di Pietro”. Il “Requiem” è nato da questa fede, come preghiera al Dio giudice giusto e misericordioso, e proprio per questo tocca il cuore di tutti, proponendosi come espressione di un umanesimo universale”.

E complimentandosi con i musicisti per l’esecuzione Benedetto XVI ha poi aggiunto:

“Invio il mio saluto, attraverso di voi, a tutti gli abitanti della Cina che, con le prossime Olimpiadi, si preparano a vivere un evento di grande valore per l’intera umanità”.

“La musica interpreta gli universali sentimenti dell’animo umano, fra cui quello religioso che supera i confini di ogni singola cultura”, ha detto ancora il Santo Padre che ha inoltre sottolineato:

“In un gruppo di così validi artisti possiamo vedere rappresentata la grande tradizione culturale e musicale della Cina, e l’esecuzione da essi realizzata ci aiuta a meglio comprendere la storia di un Popolo, con i suoi valori e le sue nobili aspirazioni”.

A precedere il concerto il saluto del maestro Long Yu, per il quale l’evento è stato “un momento di rilevanza storica che sarà ricordato a lungo”. Il direttore dell’orchestra ha anche spiegato che il repertorio ha voluto riflettere “il valore di ogni uomo e di ogni donna nel mondo, con spirito di pace e di amore. “Come principale orchestra in Cina, è nostra ferma convinzione – ha concluso – che la musica possa essere un potente strumento per approfondire la comprensione culturale reciproca tra i popoli e le culture”.

Ai cinesi Benedetto XVI ha augurato poi ogni bene anche nella loro lingua:

(Parole cinesi)
“Ringrazio tutti e auguro ogni bene!”

Quindi l’orchestra e il coro hanno intonato, in omaggio al Papa, la tradizionale canzone popolare cinese “Fiore di gelsomino”. Utilizzata da Giacomo Puccini nella Turandot, le sue note sono state scelte anche dal musicista Hao Weiya per concludere l’opera rimasta incompiuta secondo una versione personale eseguita a Pechino nel marzo di quest'anno. Il compositore cinese ha voluto musicare così la frase che chiude il libretto della Turandot: “L’amore illumina il mondo”.







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