2008-05-07 15:11:36

Rapporto di "Save the Children" sullo stato delle madri nel mondo


I Paesi scandinavi sono le nazioni dove madri e bambini vivono meglio ed i Paesi dell’Africa sub-sahariana quelli dove stanno peggio. La classifica è stata stilata da “Save The Children” che, in occasione della prossima festa della mamma, ha presentato il nono rapporto sullo stato delle madri nel mondo, la pubblicazione annuale sulla salute materno-infantile. L’Italia risulta al primo posto nell’elenco dei Paesi in cui i bambini stanno meglio e al 19.mo per la condizione delle madri. Il servizio di Francesca Sabatinelli:RealAudioMP3


In Svezia, ogni parto ha l’assistenza medica; in Niger accade solo nel 33% dei casi. In Svezia, solo una donna su 185 rischia di perdere il proprio figlio prima dei cinque anni; in Niger, un bambino su quattro muore prima dei cinque anni, e 9 madri su 10 perdono ben due bambini nel corso della propria vita. Svezia e Niger, primo e ultimo Paese della classifica di “Save The Children”, che vede in fondo principalmente Paesi dell’Africa sub-sahariana, laddove le condizioni di vita di mamme e bambini sono difficilissime: 200 milioni di bambini non hanno accesso alle cure di base e quasi 10 milioni muoiono all’anno per malattie curabilissime, come la diarrea. Benessere materno e infantile sono indissolubilmente legati, ecco perché bisogna aiutare le donne: per far sopravvivere i bambini. Valerio Neri, direttore generale di “Save The Children Italia”:

 
“La scolarità delle bambine nei Paesi in via di sviluppo è bassissima. Ci sono sperequazioni forti ancora tra maschietti e femminucce e questo cosa vuol dire? Vuol dire che si avrà poi una donna che non ha studiato e quindi meno capace anche di autocurarsi nel concetto di medicina moderna e meno capace di lavorare, di integrarsi e sarà una madre allora anche meno capace di aiutare i propri bambini”.
 
Il Rapporto di quest’anno lancia un ulteriore allarme: oltre alla grande disparità tra Paesi ricchi e Paesi in via di sviluppo, il divario tra poveri e ricchi si sta allargando negli stessi Paesi in crescita, come India e Cina. Una forbice sempre più ampia che crea allarme e paure sociali. L’appello è ai ricchi del pianeta, al G8 di quest’anno in Giappone e a quello in Italia del 2009: con interventi semplici e mirati, soprattutto a basso costo, si potrebbero salvare le vite di sei milioni di bimbi all’anno. Ancora Valerio Neri:

 
“Se dei dieci milioni di bambini che muoiono ogni anno, l’80 per cento è concentrato nei Paesi che stanno più indietro nel mondo, questo è certamente un dato la cui responsabilità sta tutta sulle spalle del mondo ricco, uindi del G8. Dietro questa responsabilità così apparentemente formale ci sono milioni e milioni di morti”.
 
"Benché terra sfortunata, il Bangladesh possiede una forza quasi magica, grazie alla quale è in grado di superare tutte le difficoltà, perché è un Paese di madri": lo scrive Tahmima Anam, autrice del romanzo “I giorni dell’amore e della guerra”, la storia di come anche le donne del Bangladesh, il Paese di Tahmima, combattono la battaglia per la sopravvivenza dei propri figli:

 
“Mothers’ hope are very simple…”
La speranza delle mamme del Bangladesh è quella di crescere il proprio bambino al riparo dalle malattie, dall’analfabetismo e dalle povertà. Il governo del mio Paese sta investendo molto nell’istruzione delle donne. Ora nelle scuole ci sono maschietti e femminucce in eguale numero. Inoltre alle studentesse garantisce un incentivo economico affinché possano concludere i loro studi, per evitare che si sposino proprio perchè il matrimonio è la ragione per la quale le ragazzine lasciano la scuola. Questo è uno degli interventi di maggiore successo che il governo sta attuando in collaborazione con Save the Children”.







All the contents on this site are copyrighted ©.