Rapporto di "Save the Children" sullo stato delle madri nel mondo
I Paesi scandinavi sono le nazioni dove madri e bambini vivono meglio ed i Paesi dell’Africa
sub-sahariana quelli dove stanno peggio. La classifica è stata stilata da “Save The
Children” che, in occasione della prossima festa della mamma, ha presentato il nono
rapporto sullo stato delle madri nel mondo, la pubblicazione annuale sulla salute
materno-infantile. L’Italia risulta al primo posto nell’elenco dei Paesi in cui i
bambini stanno meglio e al 19.mo per la condizione delle madri. Il servizio di Francesca
Sabatinelli:
In Svezia,
ogni parto ha l’assistenza medica; in Niger accade solo nel 33% dei casi. In Svezia,
solo una donna su 185 rischia di perdere il proprio figlio prima dei cinque anni;
in Niger, un bambino su quattro muore prima dei cinque anni, e 9 madri su 10 perdono
ben due bambini nel corso della propria vita. Svezia e Niger, primo e ultimo Paese
della classifica di “Save The Children”, che vede in fondo principalmente Paesi dell’Africa
sub-sahariana, laddove le condizioni di vita di mamme e bambini sono difficilissime:
200 milioni di bambini non hanno accesso alle cure di base e quasi 10 milioni muoiono
all’anno per malattie curabilissime, come la diarrea. Benessere materno e infantile
sono indissolubilmente legati, ecco perché bisogna aiutare le donne: per far sopravvivere
i bambini. Valerio Neri, direttore generale di “Save The Children
Italia”:
“La scolarità delle bambine nei Paesi in
via di sviluppo è bassissima. Ci sono sperequazioni forti ancora tra maschietti e
femminucce e questo cosa vuol dire? Vuol dire che si avrà poi una donna che non ha
studiato e quindi meno capace anche di autocurarsi nel concetto di medicina moderna
e meno capace di lavorare, di integrarsi e sarà una madre allora anche meno capace
di aiutare i propri bambini”. Il Rapporto di quest’anno lancia
un ulteriore allarme: oltre alla grande disparità tra Paesi ricchi e Paesi in via
di sviluppo, il divario tra poveri e ricchi si sta allargando negli stessi Paesi in
crescita, come India e Cina. Una forbice sempre più ampia che crea allarme e paure
sociali. L’appello è ai ricchi del pianeta, al G8 di quest’anno in Giappone e a quello
in Italia del 2009: con interventi semplici e mirati, soprattutto a basso costo, si
potrebbero salvare le vite di sei milioni di bimbi all’anno. Ancora Valerio Neri:
“Se dei dieci milioni di bambini che muoiono ogni
anno, l’80 per cento è concentrato nei Paesi che stanno più indietro nel mondo, questo
è certamente un dato la cui responsabilità sta tutta sulle spalle del mondo ricco,
uindi del G8. Dietro questa responsabilità così apparentemente formale ci sono milioni
e milioni di morti”. "Benché terra sfortunata, il Bangladesh
possiede una forza quasi magica, grazie alla quale è in grado di superare tutte le
difficoltà, perché è un Paese di madri": lo scrive Tahmima Anam,
autrice del romanzo “I giorni dell’amore e della guerra”, la storia di come anche
le donne del Bangladesh, il Paese di Tahmima, combattono la battaglia per la sopravvivenza
dei propri figli:
“Mothers’ hope are very simple…” La
speranza delle mamme del Bangladesh è quella di crescere il proprio bambino al riparo
dalle malattie, dall’analfabetismo e dalle povertà. Il governo del mio Paese sta investendo
molto nell’istruzione delle donne. Ora nelle scuole ci sono maschietti e femminucce
in eguale numero. Inoltre alle studentesse garantisce un incentivo economico affinché
possano concludere i loro studi, per evitare che si sposino proprio perchè il matrimonio
è la ragione per la quale le ragazzine lasciano la scuola. Questo è uno degli interventi
di maggiore successo che il governo sta attuando in collaborazione con Save the Children”.