Festa delle Guardie Svizzere in Vaticano: il grazie del cardinale Bertone per il prezioso
apostolato svolto a servizio del Papa
Giornata celebrativa, oggi in Vaticano, per il Corpo delle Guardie Svizzere, nel giorno
che segna l’anniversario del sacrificio di 147 soldati elvetici caduti il 6 maggio
1527 per proteggere il Papa Clemente VII, durante il Sacco di Roma. Il servizio di
Roberta Gisotti:
La
giornata è iniziata al mattino presto con una Santa Messa nella Basilica Vaticana,
che è stata presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, cui hanno
partecipato le guardie svizzere i loro familiari ed amici insieme ad autorità elevetiche.
Poi il comandante del Corpo, Elmar Mader, ha deposto una corona d’alloro davanti al
monumento ai caduti nel Cortile d’onore del Quartiere Svizzero, quindi l’arcivescovo
Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, ha conferito le decorazioni
e le onorificenze ad alcuni membri del Corpo. Nel pomeriggio, infine, nel Cortile
San Damaso del Palazzo apostolico ci sarà il giuramento di 33 nuovi alabardieri. Questa
commemorazione “è uno dei più importanti appuntamenti dello Stato della Città del
Vaticano”, ha sottolineato il cardinale Bertone nella sua omelia, ricordando il prezioso
servizio offerto dalle Guardie Svizzere al Papa e alla Chiesa fin dal lontano 1506,
anno di fondazione del Corpo militare sotto il Pontificato di Giulio II:
“Da
allora il vostro benemerito Corpo è stato sempre riconfermato nella sua missione,
pure nel 1970, quando il Servo di Dio Papa Paolo VI sciolse gli altri Corpi militari
del Vaticano”.
Un servizio alla sicurezza del Papa e alla sua dimora,
che nel corso dei secoli ha mutato le sue competenze non certo il suo carattere di
“generosità” e “dedizione” come sottolineato ieri da Benedetto XVI nell’udienza concessa
alle Guardie Svizzere, e rimarcato stamani dal cardinale Bertone, che ha voluto citare
la formula del giuramento di ogni guardia svizzera “di servire fedelmente, lealmente
e onorevolmente il Sommo Pontefice, sacrificando, ove occorra, anche la vita”:
“Non
si tratta solo di un mestiere, ma di una missione. Potremmo dire di una vera missione
apostolica. Il vostro è un apostolato che esige - come potete facilmente comprendere
- insieme all’alta competenza professionale, una fede salda e profonda, da tradurre
ogni giorno in coerente testimonianza evangelica”.