L’allarme di mons. Warduni: la guerra ha dimezzato i cristiani in Iraq
Inarrestabile l’esodo dei cristiani dall’Iraq. La guerra ha ridotto il numero dei
fedeli dal milione di unità presenti alla fine degli anni ’90 ai 600 mila di oggi.
Un calvario che non accenna a diminuire e che vede i cristiani cercare riparo in zone
più sicure, mentre numerosi sono i civili uccisi e almeno 15 i sacerdoti rapiti o
assassinati. È il disarmante quadro sull’Iraq ricostruito dall’arcivescovo ausiliare
di Baghdad, mons. Shlemon Warduni, in visita in questi giorni a Venezia – si legge
sul quotidiano Avvenire - per celebrare una Messa per la pace nella Basilica di San
Marco. “Non c’è persecuzione nei confronti dei cristiani, ma c’è la guerra” ha detto
il presule, ricordando che dalla caduta di Saddam Hussein “le condizioni di vita non
sono migliorate” soprattutto nelle regioni meridionali. Mentre nel Paese cresce il
prezzo dei prodotti e si riduce la disponibilità di elettricità e carburante, a Baghdad
il conflitto non accenna a placarsi: nella notte di ieri nel quartiere sciita di Sadr
City sono stati uccisi 14 miliziani e rimaste ferite almeno 100 persone. E un raid
aereo avrebbe colpito un ospedale causando 20 vittime, tra cui donne e bambini, e
danneggiando numerose ambulanze. Una situazione drammatica che non favorisce il dialogo
fra USA e Iran. Secondo quanto riferito dal quotidiano dei vescovi, il governo di
Teheran ha dichiarato ieri di essere pronto a “riprendere i negoziati con gli Stati
Uniti sul tema della sicurezza” in Iraq solo quando gli americani “cesseranno i loro
selvaggi attacchi contro il popolo iracheno”. (C.D.L.)