La Chiesa riconosce le apparizioni mariane avvenute a Laus, sulle Alpi francesi. Mons.
di Falco: è un messaggio di misericordia e di riconciliazione per tutto il mondo
Migliaia di pellegrini hanno partecipato oggi nel Santuario di Notre-Dame du Laus,
sulle Alpi francesi, alla cerimonia solenne in cui il vescovo di Gap et d’Embrun,
mons. Jean-Michel di Falco-Leandri, ha proclamato il riconoscimento ufficiale delle
apparizione mariane avvenute in questo luogo a cavallo tra il 1600 e il 1700 a una
pastorella francese, Benedetta (Benoite) Rencurel. Il servizio di Sergio Centofanti:
A
146 anni dal riconoscimento delle apparizioni di Lourdes oggi la Chiesa riconosce
la veridicità dei fatti soprannaturali che si verificarono in questo sperduto e suggestivo
luogo delle Alpi francesi a partire dal maggio del lontano 1664: la pastorella Benedetta
Rencurel aveva 16 anni quando conducendo al pascolo il gregge ebbe la prima apparizione
della Vergine che teneva per mano un bellissimo Bambino. La ragazza non sapeva né
leggere né scrivere, ma a lei la Madre di Dio affida un messaggio importante nel periodo
in cui in Europa infuriavano le cosiddette guerre di religione: un invito alla conversione
dei peccatori e a sperimentare nella misericordia di Dio la riconciliazione. Le apparizioni
proseguiranno per ben 54 anni fino al 1718, anno della sua morte. Un lungo periodo
in cui la veggente dovette affrontare numerose tribolazioni: dalle vessazioni del
Maligno al rifiuto da parte di preti giansenisti di darle la Comunione, all’obbligo
di lasciare il luogo nativo per poi ritornarvi e trovare tutto distrutto. Nel 1673
mentre era in preghiera le apparve Gesù steso e inchiodato sulla croce, ricoperto
di sangue: da allora Benedetta soffre nel proprio corpo i dolori della Passione di
Cristo. Accorrono da lei numerosi malati, poveri, persone disperate. A tutti dona
una parola. Molte sono le guarigioni inspiegabili, conversioni. Jean Guitton dirà:
questo Santuario sulle Alpi “è uno dei tesori più nascosti e più potenti della storia
dell’Europa”. Ma sul riconoscimento di queste apparizioni ascoltiamo mons. Jean-Michel
di Falco-Leandri, al microfono di Sabine de Rozieres:
R. – Bien
sûr. C’est qui m’a encouragé a faire… Certamente. Quello che mi ha incoraggiato
a compiere questo cammino è stato proprio il messaggio rivolto a Benoite Rencurel.
Si tratta di un messaggio tuttora di grande attualità, poiché è centrato sulla riconciliazione.
E’ un messaggio di misericordia e di riconciliazione. Credo che viviamo in un’epoca
in cui sia ancora possibile contribuire alla realizzazione della riconciliazione,
in cui sia possibile riconciliarci con gli altri, per riconciliarci così con noi stessi.
Ma solo riconciliandoci con Dio, riusciremmo a riconciliarci con gli altri e con noi
stessi! E’ possibile trovare la pace interiore soltanto raggiungendo e realizzando
queste tre tappe.
D. – Perché queste apparizioni
vengono riconosciute solo ora?
R. – Qui, c’est vrai
que ça surprend beaucoup… Sì, è vero che questo possa sorprendere molto,
poiché la prima apparizione è datata 1664, ed anche se non è stato del tutto confermato,
è senza alcun dubbio riconosciuta come la prima o una delle prime apparizioni, in
ogni caso certamente la più antica apparizione in Francia. Nel momento che sono arrivato
nella diocesi, ho ripreso il dossier che era stato già trattato dai miei predecessori,
per vedere a che punto fosse il processo di beatificazione della veggente Benoite
Rencurel. E quando sono venuto a Roma, mi è stato detto che nel dossier mancava, però,
un documento che attestava il riconoscimento da parte del vescovo delle apparizioni.
Era certamente sorprendente la situazione visto il tempo che era ormai passato, ma
mi ha poi convinto il fatto che la gran parte dei vescovi precedenti dovevano sapere
che questo documento era stato in realtà prodotto in virtù del fatto che fin dall’inizio,
e quindi dal XVII secolo, ci sono stati dei pellegrinaggi, che ancora continuano.
Era importante sapere e soprattutto verificare allora se il messaggio fosse coerente
col messaggio della Chiesa e con la fede. Ho successivamente deciso, proprio perchè
ritenevo che questo fosse importante per la mia diocesi, ma anche per tutti quei giovani
che frequentano questi luoghi, di riconoscere che questi eventi raccontati e vissuti
dalla veggente Rencurel avessero un carattere soprannaturale.
D.
– Per lei tutto questo è stato molto importante…
R.
- Bien sûr, pour moi c’est important en tous cas… Certamente. Per me è stato
qualcosa di estremamente importante e questo per diverse ragioni. Anzitutto era necessario
poter affermare in modo completamente ufficiale che le Chiesa riconoscesse ed accogliesse
i pellegrini e soprattutto che riconoscesse che in questo luogo si fossero verificati
avvenimenti con un carattere soprannaturale. Ma al tempo stesso, tutto questo è stato
importante per la nostra stessa diocesi, perchè è una diocesi rurale, dove soffriamo
sempre più per la mancanza di preti. E’ importante per noi avere dei punti forti,
dei luoghi forti, nei quali i fedeli ed i giovani sanno di poter venire, non importa
in quale momento della giornata, e di trovare sempre un prete ad accoglierli; sanno
di poter venire tutti i giorni per la celebrazione della Messa e che qui si possono
anche confessare. In un certo modo, quindi, questo luogo può compensare il fatto che
ci siano meno preti e che si senta magari la loro mancanza in altri luoghi della diocesi