2008-05-04 14:34:26

Giornata di sensibilizzazione sull'Otto per mille per aiutare la Chiesa ad aiutare


Esigenze di culto e di pastorale, interventi caritativi in Italia e nel Terzo Mondo, sostentamento del clero. A questi tre ambiti la Chiesa italiana destina i fondi derivanti dall’“Otto per mille”, di cui ieri ricorreva la Giornata nazionale di sensibilizzazione. Ma in cosa consiste questo strumento entrato in vigore nel 1990? Silvia Gusmano lo ha chiesto a Paolo Mascarino responsabile del Servizio CEI per la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica:RealAudioMP3


R. – L’“Otto per mille” è una modalità con la quale i contribuenti possono decidere di destinare una quota delle tasse già versate allo Stato ad una delle sette associazioni religiose che sono ammesse alla ripartizione.

D. – Quanti sono i contribuenti che destinano l’“Otto per mille” alla Chiesa cattolica e come è cambiata questa percentuale negli anni?

R. – L’ultimo dato certo che risale a tre ann fa dice che hanno scelto la Chiesa cattolica l’89,8 per cento dei contribuenti. Questo è certamente un grande segno di stima e di fiducia degli italiani verso l’impegno della Chiesa a favore di tutti. Come trend siamo in crescita negli ultimi sei-sette anni. Credo che il dato più basso sia stato nel ’98 con l’81 per cento di scelte. Quindi c’è una crescita costante negli anni.

D. – Dal 2006 esiste anche in “Cinque per mille”. Qual è la differenza e il rapporto tra il Cinque e l’Otto per mille?

R. – Sono due modalità non alternative l'una con l’altra e quindi si può scegliere di firmare l’“Otto per mille” ed anche il “Cinque per mille”, senza che uno interferisca con l’altro. La differenza importante tra i due è che l'“Otto per mille” è un meccanismo per sostenere l’impegno delle Chiese al servizio del Paese, mentre il “Cinque per mille” è un meccanismo per sostenere la ricerca sanitaria o la ricerca scientifica.

D. – Lo scorso anno la CEI ha ricevuto quasi un miliardo di euro dall’“Otto per mille”. Come ha impiegato questi soldi?

R. – Secondo le direttive della legge del 1985 e quindi per tre finalità precise: la prima è quella relativa agli interventi caritativi in Italia e nei Paesi più poveri del mondo; la seconda è quella relativa alla vita ordinaria delle parrocchie, degli oratori e di tutti i progetti per evangelizzare il nostro Paese; e, infine, la terza è quella relativa al sostentamento del clero diocesano e quindi parliamo dei 39 mila sacerdoti che sono impegnati nelle nostre parrocchie e nelle nostre comunità.

D. – Qual è il senso di una Giornata nazionale di sensibilizzazione sull’“Otto per mille”?

 R. – L’“Otto per mille” non è un modo – almeno per noi – per arricchire la Chiesa, ma è una modalità con cui ciascun fedele può esercitare la propria partecipazione corresponsabile alla vita dell’intera Chiesa: una Chiesa che inizia dalla propria parrocchia e si estende via via alla diocesi fino ad arrivare al mondo intero. Il primo senso importante è quindi quello di far capire che questo semplice gesto, che non costa nulla in più al contribuente, è un modo concreto con cui ciascuno dei fedeli può partecipare alla missione dell’intera Chiesa.







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