Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: il Papa invita i mass media al servizio
evitando il protagonismo. Intervista con mons. Celli
“I mezzi di comunicazioni sociale al bivio tra protagonismo e servizio; cercare la
verità per condividerla”: è il tema scelto da Benedetto XVI per la 42.ma Giornata
mondiale delle Comunicazioni Sociali che si celebra domani. Ma qual è il nucleo centrale
del messaggio del Papa per la Giornata di quest’anno? Giovanni Peduto lo ha
chiesto al presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, l’arcivescovo
Claudio Maria Celli:
R.
– Il Papa mette bene in risalto che i mezzi di comunicazione sociale, che sono in
sé una realtà positivissima, si trovano in un momento fondamentale, in un crocevia
- e come dice il Papa stesso – sono ad un bivio. Che ruolo deve giocare un mezzo di
comunicazione sociale? Un ruolo anzitutto di servizio. Un ruolo di servizio affinché
l’uomo diventi sempre più uomo e questo perchè la sua più grande dignità è proprio
quella di cercare la verità. I mezzi di comunicazione sociale dovrebbero favorire
questa ricerca dell’uomo della verità, che - come dice il Papa - una volta ritrovata
deve poi essere condivisa. Questo è il punto di riferimento fondamentale. In questa
prospettiva – come lei sa bene – il Papa ha parlato anche di infoetica e perchè? Perchè
c’è una dimensione etica in questa ricerca. Volevo fare una sottolineatura che mi
sembra fondamentale proprio riguardo a questo tema: il Papa sottolinea – e qui cito
– che “il ruolo che gli strumenti della comunicazione sociale hanno assunto nella
società va ormai considerato parte integrante della questione antropologica, che emerge
come sfida cruciale del terzo millennio. In maniera non dissimile da quanto accade
sul fronte della vita umana, del matrimonio e della famiglia e nell’ambito delle grandi
questioni contemporanee - concernenti la pace, la giustizia, la salvaguardia del creato
- anche nel settore delle comunicazioni sociali sono in gioco dimensioni costitutive
dell’uomo e della sua verità”. Ecco il grande tema di quest’anno.
D.
– Vogliamo puntualizzare questo bivio, a cui lei ha accennato, tra protagonismo e
servizio. Come mai si è arrivati a questo e cosa si può fare per cercare la verità
e, quindi, condividerla come esorta il Papa?
R. –
Il Papa sottolinea, proprio nella prima parte del suo messaggio, che l’umanità si
trova di fronte ad un bivio ed anche per i media vale quanto aveva scritto Benedetto
XVI nell’Enciclica Spe Salvi - dedicata alla speranza - circa l’ambiguità del progresso,
che offre inedite possibilità per il bene, ma apre – al tempo stesso – possibilità
abissali di male, che prima non esistevano. Anche i mass-media, i mezzi di comunicazione
sociale entrano in questo grande gioco. Lei sa molto bene come oggi i mezzi di comunicazione
abbiano la capacità di influire sul cammino dell’uomo, sulle sue scelte, sul suo stile
di vita. Ecco perchè i mezzi di comunicazione sociale devono riscoprire quale sia
la loro finalità, perchè accanto a questa grande capacità che hanno di fare il bene,
è innegabile - e noi lo possiamo vedere chiaramente – come possano turbare ed alterare
il cammino e le scelte dell’uomo, giocano così un ruolo negativo nel cammino stesso
dell’uomo. Io penso che tutti coloro che sono impegnati nel campo delle comunicazioni
dovrebbero pensare e meditare su quale importanza abbiano questi mezzi e, quindi,
sul ruolo che giocano.
D. – Non manca il rischio
– aggiunge il Papa – che i mass-media si trasformino in sistemi volti a sottomettere
l’uomo a logiche dettate dagli interessi dominanti del momento, imponendo modelli
distorti di vita personale, familiare o sociale…
R.
– E’ vero e di questo tutti noi ce ne rendiamo conto. E’ proprio ciò di cui parlavo
poco fa. I mezzi di comunicazione sociale, che hanno questa grande capacità, hanno
ridotto il mondo ad un villaggio globale. Oggi sappiamo, nello stesso momento, cosa
stia avvenendo in America Latina, in Africa, in Asia e tutto quello che avviene nelle
diverse parti del mondo diventa così parte della nostra stessa vita, della nostra
consapevolezza, del nostro cammino, della nostra sensibilità di uomini attenti a tutto
ciò che riguarda l’uomo nel suo cammino esistenziale. Allo stesso tempo, però, possiamo
vedere come questi mezzi possano influire negativamente sulle scelte, sullo stile
di vita, sugli orientamenti. Lei pensi, ad esempio, come alcune trasmissioni possano
incidere negativamente sulla vita familiare, come possano dare modelli di vita familiare
che non rispondono al messaggio del Vangelo ed anche a determinati contenuti umani.
Molte volte, ci accorgiamo che ciò che stiamo perdendo non è solamente la fede ed
i contenuti legati al messaggio evangelico, ma stiamo perdendo od alterando quei grandi
valori umani, che rappresentano poi il nostro patrimonio esistenziale, che caratterizzano
la nostra stessa identità culturale. Il nostro cammino di uomini è, infatti, marcato
e caratterizzato da determinati valori. Ed è un gran peccato che questi valori vengano
alterati da tante trasmissioni, da tante realtà mediatiche che ne sviliscono la portata
ed i contenuti.