Giornata Mondiale della libertà di stampa. Ban Ki-moon: una informazione libera
è alla base della pace
Una informazione libera, sicura e indipendente è tra i fondamenti della pace e della
democrazia; gli attentati alla libertà di stampa sono attentati al diritto internazionale
e all’umanità: è quanto scrive il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon,
nel messaggio pubblicato in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa
che si celebra oggi. Giornata che l’UNESCO, nell’Anno Internazionale delle Lingue,
sottolinea come momento per riflettere sull’accesso universale all’informazione e
al sapere, nel rispetto delle diversità linguistiche. Ma come assicurare oggi la libertà
di stampa? Tiziana Campisi lo ha chiesto al presidente dell’Unione Cattolica
della Stampa Italiana, Massimo Milone:
R.
– Occorre più informazione in un sistema di globalizzazione, più conoscenza, alfabetizzazione
e maggiore democrazia in un mondo diviso ancora tra Nord e Sud. Penso all’Occidente
ma penso anche agli Stati emergenti o ai Paesi ancora del sottosviluppo come l’Africa
...
D. – Oggi dove, in particolare, la libertà di
stampa è limitata?
R. – Io penso che esistano nel
mondo ancora dei regimi totalitaristici, penso alla giornalista uccisa in Russia,
una delle tante vittime di giornalisti che, alla ricerca di una verità, ricevono piombo
o minacce. Ci sono Paesi dove la libertà di stampa è ancora negata, dove ha delle
restrizioni forti. Ma penso anche all’Occidente sviluppato e consumistico dove spesso,
proprio per fini ideologici, la libertà di stampa si scontra fortemente con sistemi
lobbistici. C’è una maggiore responsabilità degli operatori il che significa non solo
ricerca della verità, sapendo discernere tra fatti e opinioni, ma anche mettere in
moto tutti quei sistemi di garanzia dove l’autonomia rispetto al sistema di mercato
possa ancora oggi trovare una porta aperta.
D. –
Se oggi le innovazioni tecnologiche consentono un più largo accesso all’informazione,
necessitano forme di tutela?
R. – Certamente. Penso
a internet, e noi come Unione Cattolica della stampa italiana, il 14 maggio, a Roma,
daremo vita ad un forum internazionale. Internet è democrazia? Aumenta realmente la
conoscenza? E chi governa internet? Internet è fonte autorevole di notizie, e dunque
di verità? Penso globalmente ai valori della famiglia: questa rete, fonte di crescita
apparente, ha anche dei limiti molto forti.
D. –
Quali tutele, oggi, assicurare ai giornalisti, e in quali Paesi si registrano in particolare
violazioni della libertà di stampa?
R. – Io credo
che tutto il sistema dell’America Latina, dell’Africa e ancora oggi le luci e ombre
che vengono da alcuni Paesi dell’Est, pongono seri limiti alla libertà di stampa.
Penso all’Iraq, all’Iran, alla Corea: lì i giornalisti ogni giocano non solo la propria
libertà, ma la propria vita e le vittime che andiamo a ricordare e a celebrare ogni
anno ci ricordano che dobbiamo leggere meglio, forse, questi territori di grandi conflitti,
tra mercati e religioni, tra culture e popoli diversi, sempre una linea però che dev’essere
cristianamente ispirata, al servizio della gente e della persona umana. Questo vedo
anche dal punto di vista storico, ecco: per storicizzare il messaggio di Benedetto
XVI per la Giornata mondiale delle comunicazioni, è anche un invito al giornalismo
della cosiddetta prossimità della gente, legato alla vita delle comunità. Credo che
questo invito rinfreschi un po’ quello sguardo quotidiano sulla vita e sulla realtà
che è insito nella vocazione cristiana degli strumenti di comunicazione. Quando si
è tentato, negli ultimi anni, di cancellare il senso di Dio nella storia dell’Uomo,
nel racconto quotidiano della storia dell’Uomo, si sono addensate molte nubi.