Emergenza cibo nel mondo: il commento di padre Lombardi
Crescono nei Paesi in via di sviluppo i timori per una disastrosa crisi alimentare.
Il rincaro dei prezzi dei generi alimentari sta già mettendo a dura prova milioni
di persone, mentre si attendono iniziative concrete e sollecite da parte dei Paesi
industrializzati. Su questo tema, ecco la riflessione del nostro direttore generale,
padre Federico Lombardi: Nell’anno
2000 il più grande summit di capi di Stato della storia proclamava solennemente la
“Dichiarazione del Millennio” che enunciava gli obiettivi più urgenti per il bene
dell’umanità, da raggiungere entro il 2015. Il primo era di dimezzare, in questo periodo,
la povertà estrema e la fame. Sono passati quasi otto anni, e in questi mesi si sta
manifestando una crisi alimentare gravissima in molti Paesi per il vertiginoso aumento
dei prezzi dei cereali, cosicché il numero degli affamati e sottonutriti riprende
a crescere rapidamente e rischia di avvicinarsi al miliardo, e la crisi non sembra
affatto passeggera.
Gli esperti l’attribuiscono
a tre cause principali: il mercato distorto dalle sovvenzioni all’agricoltura dei
Paesi ricchi; la nuova produzione di biocombustibili in seguito alle preoccupazioni
ambientali; l’accresciuto consumo di carne in grandi paesi come Cina e India, per
cui buona parte della produzione agricola non è più dedicata direttamente ai cereali
per l’alimentazione umana.
Quello che manca nel mondo
non è quindi fisicamente il cibo o la capacità di produrlo, ma la volontà di risolvere
per primo il problema più grave: cioè che i poveri abbiano da mangiare. Altre cose,
altre preoccupazioni passano avanti. Le spese militari, ad esempio, continuano a crescere.
Altri interessi guidano il gioco del nostro mondo, anche se il Summit del Millennio
aveva individuato e proclamato correttamente il primo obiettivo. Ma una cosa è una
Dichiarazione, un’altra la dura realtà. Ora guardiamo al nuovo summit per la sicurezza
alimentare della FAO in giugno. Un’altra occasione da non lasciare sfuggire, perché
intanto troppi poveri muoiono.