L'episcopato venezuelano critica la riforma governativa della scuola
“L’educazione è un tema di straordinaria importanza per il Venezuela”. Così si esprime
la Conferenza episcopale venezuelana in un ampio e articolato documento incentrato
sull’implementazione del cosiddetto “sistema educativo bolivariano” e che, in queste
settimane, comincia ad essere applicato a diversi livelli. I presuli ricordano che
diversi protagonisti della riforma, associazioni di genitori, rappresentanti di università
e sindacati di educatori “criticano l’iniziativa, poiché contraddice la legge organica
sull’educazione, tuttora vigente”; dall’altra parte, la riforma “ripropone questioni
che già sono state rifiutate nel referendum popolare del 2 dicembre 2007” che, tra
l’altro, bocciò le numerose riforme costituzionali proposte dal governo. “Esiste poi
– aggiungono i presuli - la pretesa di imporre questo sistema come una decisione già
presa che occorre solo rispettare; in realtà, non si è registrato nessun processo
partecipativo e aperto a più soggetti, cosa più che indispensabile di fronte ad un
tema così importante”. Il documento episcopale denuncia anche l’ambiguità dei comportamenti
giacché, a volte, si parla di “proposta e consultazione. Si precisa poi che non c’è
fretta e che si può discutere a lungo. Ma si ricorda anche che i nuovi testi scolastici
già sono pronti. “Ci preoccupa particolarmente - proseguono i vescovi - la manifesta
volontà di porre il sistema educativo al servizio di un determinato progetto politico.
Questo modo di procedere, arbitrario ed escludente, sta originando sconcerto, contestazioni,
inquietudine e sfiducia, tutte cose che non fanno parte di un clima costruttivo”.
Ricordando precedenti prese di posizioni i presuli sottolineano: “I venezuelani vogliono
progredire all’interno di un sistema democratico e non sotto sistemi che negano le
libertà fondamentali. Perciò rifiutiamo ogni tipo di violenza, odio e lotta di classi.
(…) La riconciliazione, chiamata a superare la logica dello scontro e dell’avversario,
c’interpella in favore di un cambiamento della nostra mente, del nostro cuore e dei
nostri stili di vita”. I vescovi ribadiscono quindi quanto già detto nel “Manifiesto
del Colectivo de Organizaciones Católicas en Educación” (L’educazione di cui il Venezuela
ha bisogno) che ricorda come l'educazione sia una necessità personale, un bene pubblico,
un diritto permanente ed irrinunciabile della persona, un obbligo imprescindibile
per la famiglia e lo Stato. Ma il diritto all'educazione implica il diritto di tutti
ad “una buona educazione”, ad un'educazione di qualità, in condizioni di equità. "Se
garantiremo una buona educazione - si legge nel testo - staremo mettendo le fondamenta
affinché le persone possano conquistare gli altri diritti essenziali". Si ribadisce
infine che la famiglia è la prima educatrice e la prima responsabile dell'educazione
dei figli: questo implica il diritto irrinunciabile a scegliere il tipo di educazione
secondo le proprie convinzioni e i propri valori. (A cura di Luis Badilla)