La Chiesa celebra la memoria di Sant'Atanasio. Il Papa: pagò con la persecuzione la
sua appassionata difesa del mistero dell'Incarnazione
Ricorre oggi la memoria di Sant’Atanasio di Alessandria, vescovo e dottore della Chiesa:
Benedetto XVI gli ha dedicato l’udienza generale del 20 giugno 2007 definendolo un
“autentico protagonista della tradizione cristiana”. Ripercorriamo la storia di questo
grande santo attraverso le parole del Papa. Il servizio di Sergio Centofanti:
Sant’Atanasio
nasce in Egitto verso l’anno 300: giovane ecclesiastico partecipa al primo Concilio
ecumenico convocato dall’imperatore Costantino nel 325 per assicurare l’unità della
Chiesa. I Padri conciliari, contro quanto affermato dagli ariani, ribadiscono con
forza che Cristo è vero Dio e vero uomo. Atanasio diventa “appassionato teologo dell’incarnazione
del Logos, il Verbo di Dio” fatto carne:
“Proprio
per questo motivo Atanasio fu anche il più importante e tenace avversario dell’eresia
ariana, che allora minacciava la fede in Cristo, ridotto ad una creatura ‘media’ tra
Dio e l’uomo, secondo una tendenza ricorrente nella storia e che vediamo in atto in
diversi modi anche oggi”.
Diventato vescovo
di Alessandria, Atanasio è contrastato dallo stesso Costantino che per motivi politici
voleva rendere la fede più accessibile a tutti i sudditi dell’Impero:
“Atanasio
… si dimostrò deciso a respingere ogni compromesso nei confronti delle teorie ariane
condannate dal Concilio niceno. La sua intransigenza, tenace e a volte molto dura,
anche se necessaria, contro quanti si erano opposti alla sua elezione episcopale e
soprattutto contro gli avversari del Simbolo niceno, gli attirò l’implacabile ostilità
degli ariani e dei filoariani”.
Per ben cinque
volte Atanasio è costretto ad abbandonare Alessandria passando diciassette anni in
esilio. Una sofferenza che avrebbe dovuto rivelarsi provvidenziale. Si reca infatti
nel deserto sostenuto spiritualmente dal grande eremita Antonio. Sarà poi infatti
Atanasio a diffondere nel mondo gli ideali del monachesimo vissuti nel silenzio e
nel nascondimento da Sant’Antonio. Reinsediato definitivamente nella
sua sede, il vescovo di Alessandria può continuare a predicare il mistero dell’Incarnazione
ripetendo che il Verbo di Dio “si è fatto uomo perché noi diventassimo Dio”:
“L’idea
fondamentale di tutta la lotta teologica di Sant’Atanasio era proprio quella che Dio
è accessibile. Non è un Dio secondario, è il Dio vero, e tramite la nostra comunione
con Cristo noi possiamo unirci realmente a Dio. Egli è divenuto realmente ‘Dio con
noi’”.
Sant’Atanasio – conclude il Papa – mostra
dunque quali siano gli effetti della fede:
“Abbiamo
tanti motivi di gratitudine verso Sant’Atanasio. La sua vita, come quella di Antonio
e di innumerevoli altri santi, ci mostra che ‘chi va verso Dio non si allontana dagli
uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino’”.