Aperto ieri a Roma il Congresso nazionale delle ACLI
“Migrare dal Novecento, abitare il presente, servire il futuro”. Questo il tema scelto
dalle ACLI per il loro 23.mo Congresso nazionale, in corso a Roma fino a domenica.
Durante l’evento sono state lette le parole inviate da mons. Giuseppe Betori, segretario
generale della CEI. “Essere nuovi – ha scritto nella lettera il presule, come riferito
dal SIR – significa anche proporsi come principio di novità, mostrandoci capaci di
ricostruire un rapporto di comunione da cui scaturiscono i rivoli di relazioni sociali
più autentiche e fraterne”. Durante l’incontro il presidente delle ACLI Andrea Olivero
si è soffermato su vari temi, primo fra tutti il lavoro: “Il nostro compito - ha detto
- inizia dalla soppressione delle varie forme di illegalità e di sfruttamento che
sono il primo attentato alla sicurezza dei lavoratori”. Per Olivero “dobbiamo uscire
dal rischio di precarietà cronica” e “dobbiamo promuovere una rete di legami tra le
persone che vada nella direzione di una politica della sicurezza non soltanto sociale,
ma anche lavorativa”. Il presidente delle ACLI si è anche soffermato sul tema della
famiglia: “Crediamo che essa – ha dichiarato - sia il primo luogo delle relazioni
di reciprocità, di accoglienza, di fiducia”. “Per questo - ha continuato - sarebbe
il momento di far nascere nelle province italiane dei “Punti famiglia”, spazi di incontro
e offerta di servizi”. E tra le sfide di oggi, Olivero ha anche citato quella della
“globabilizzazione”, definendola legata alla possibilità di “una forma inaccettabile
di economia predatoria”. (V.V.)