Gianfranco Fini è il nuovo presidente della Camera. È stato eletto questa mattina
al quarto scrutinio con 335 voti. Ieri, ricordiamo, Renato Schifani era stato eletto
presidente del Senato. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito
non di parte il discorso di insediamento del neo presidente della Camera e ha sottolineato
di aver particolarmente gradito “il riferimento al tema del lavoro e della sicurezza
sul lavoro” fatto nel suo intervento. Il capo dello Stato inizierà le consultazioni
nei prossimi giorni e affiderà a Silvio Berlusconi l’incarico di formare il nuovo
governo. Il servizio di Giampiero Guadagni:00:01:41:71
Un
lungo applauso "bipartisan" ha accolto l’elezione di Gianfranco Fini a presidente
della Camera. E "bipartisan" è stato anche il discorso di insediamento. Fini ha detto
che intende svolgere il suo ruolo di terza carica dello Stato da uomo di parte, ma
garante di tutti e imparziale. Ha ricordato la sua storia personale, ma ha anche reso
omaggio al 25 aprile e alla Festa del lavoro del primo maggio: date, ha affermato,
che rappresentano valori autenticamente condivisi da tutti gli italiani. Per Fini,
la ricostruzione di una memoria condivisa e la pacificazione nazionale sono ormai
state raggiunte, anche grazie all'azione di due presidenti della Repubblica, come
Cossiga e Ciampi. Oggi, ha detto Fini, la libertà viene minacciata non dalle ideologie
ma dal relativismo culturale. Il neo presidente della Camera ha poi reso omaggio al
Pontefice, definito "guida spirituale della larghissima maggioranza del popolo italiano"
e "indiscussa autorità morale per tutto il mondo". La laicità delle istituzioni, ha
aggiunto Fini, è principio irrinunciabile delle democrazie moderne, ma il parlamento
deve riconoscere il ruolo di difesa e di formazione dell’identità della nazione italiana
che hanno avuto i fondamenti nella religione cristiana. Un intervento, quello di Fini,
che va sulla scia di quello pronunciato ieri dal neo presidente del Senato, Schifani,
che ha tra l’altro annunciato una stagione di riforme condivise. Entrambi i discorsi
sono stati apprezzati dal presidente della Repubblica, Napolitano. Il capo dello Stato
inizierà il 6 maggio le consultazioni. E in tempi rapidissimi affiderà a Berlusconi
l’incarico di formare il nuovo governo, che potrebbe giurare tra il 9 e il 10 maggio.
Il futuro premier sta lavorando in queste ore non senza difficoltà alla lista dei
ministri. Intanto, il Partito democratico si prepara all’opposizione e ha aperto una
riflessione sulle sconfitte alle elezioni politiche e al comune di Roma. Il segretario
Veltroni ipotizza un congresso anticipato.