Messaggio del cardinale Tauran per la festa del Vesakh: cristiani e buddisti uniti
per “un mondo pulito, sicuro ed armonioso”
Tradizionale messaggio di auguri del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio
Consiglio per il dialogo interreligioso alla comunità buddista, in occasione della
Festa del Vesakh. Il servizio di Roberta Gisotti: “Grati
amministratori della Terra”, in questo spirito cristiani e buddisti devono prendersi
cura del pianeta. E’ l’invito del cardinale Jean-Louis Tauran rivolto ai “cari amici
buddisti”, che nella festa del Vesakh, la loro più importante ricorrenza, commemorano
la nascita, l’illuminazione e la morte di Buddha, che la tradizione religiosa vuole
sia avvenuta con l’entrata nel Nirvana durante la luna piena di maggio. Con gioia
il porporato ricorda “le positive relazioni di cui godono, da molti anni, cattolici
e buddisti”, fiducioso che si possa “rafforzare ed approfondire” la “reciproca comprensione”
“per costruire un mondo migliore” “per l’intera famiglia umana”. L’esperienza
insegna - sottolinea il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso
- che il dialogo permette “di avvicinarsi sempre più coraggiosamente agli altri”,
per “affrontare le sfide e le difficoltà che possono sorgere”. Tra queste sfide, è
certamente la tutela dell’ambiente, “l’ambiente che Dio creatore ci ha dato perché
lo abitassimo con creatività e responsabilità” per il “bene di tutti”, come sottolineava
Benedetto XVI nella Giornata mondiale della pace 2008, Anno che le Nazioni Unite hanno
proclamato del “Pianeta Terra”. Riferisce nel suo Messaggio
il cardinale Tauran che “molti Governi, ONG, compagnie multi-nazionali, ed istituti
di ricerca superiore”, “riconoscendo le implicazioni etiche” dello sviluppo economico
e sociale, stanno "investendo risorse finanziarie e condividendo conoscenze” su biodiversità,
cambiamenti climatici, conservazione dell’ambiente. E così, “anche i leaders religiosi
stanno offrendo al dibattito pubblico il loro contributo”, per evitare che “gli sforzi”
intrapresi non siano “compromessi dalla cupidigia del singolo o intralciati dagli
interessi di particolari gruppi”. Pure, “non possiamo noi cristiani e buddisti, a
livello pratico, fare di più?”, si chiede il porporato, citando “il riciclaggio, il
risparmio energetico, la prevenzione della distruzione indiscriminata di piante e
animali e la protezione delle vie d’acqua”. Infine, il Messaggio si conclude col
richiamo “ad essere insieme essere portatori di speranza per un mondo pulito, sicuro
ed armonioso”.