Il sì a Dio, come quello di Maria, apre a imprevedibili cammini di gioia. Lo scrive
il Papa ai giovani francesi in occasione del centenario del "Frat", l’annuale pellegrinaggio
che si chiude domani a Lourdes
“Guardate a Maria: invitata a intraprendere un cammino sorprendente e sconcertante,
la sua disponibilità la apre alla gioia”. E’ quanto scrive Benedetto XVI rivolgendosi
ai giovani della Provincia ecclesiastica di Parigi, impegnati fino a domani nel “Frat”,
il tradizionale pellegrinaggio a Lourdes e a Jambville, che compie cento anni. Nella
missiva indirizzata al cardinal Andrè Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, il Papa
invita a non avere paura di ascoltare il messaggio che il Signore ha per ognuno di
loro. Il servizio di Benedetta Capelli:
Sono le semplici
parole pronunciate dalla Vergine a Bernardette nella grotta di Massabielle, a Lourdes,
che indicano la via del rinnovamento spirituale, attraverso la chiamata alla conversione
e all’amore della Chiesa. Parole, scrive il Papa, che ancora oggi Maria dice ai giovani;
le stesse pronunciate a Lei dall’Angelo: “Rallegrati perché hai trovato grazia presso
Dio”. E’ attraverso la grazia che Cristo “vi rende degni della sua fiducia” perché,
continua Benedetto XVI, possiate raggiungere la più autentica felicità. Un dono di
Dio che “si riceve intraprendendo i cammini imprevedibili della sua volontà”, impegnativi
ma anche fonte di gioia profonda. Così il Papa invita a guardare a Maria, testimone
di un cammino “sorprendente e imprevedibile”, la sua disponibilità la ha aperta alla
gioia che tutte le generazioni canteranno. Il Santo Padre ricorda poi il Magnificat,
“il segreto” che la Vergine consegna alla cugina Elisabetta: “L’anima mia magnifica
il Signore ed il mio Spirito esulta in Dio mio Salvatore perché ha guardato l’umiltà
della sua serva”. “Dal canto vostro - aggiunge il Papa - accettate di lasciarvi condurre
dal Signore per qualcosa di grande nelle vostre umili vite”.
E’
il ‘sì’ a Dio che fa zampillare la fonte della vera felicità. Quel sì, continua ancora
Benedetto XVI, che libera l’io da tutto ciò che lo chiude in se stesso e lo imprigiona,
che trasforma la povertà in ricchezza e rende forza al progetto di Dio, senza però
ostacolare la nostra libertà e limitare la nostra responsabilità. Il nostro cuore
indurito si apre così alle dimensioni della carità divina che sono universali, conforma
la nostra vita alla vita di Cristo che ci ha segnato nel Battesimo. Infine, il Papa
incoraggia i tanti che partecipano al "Frat", “tempo privilegiato per lasciarsi interrogare
da Cristo”, a celebrare con entusiasmo la gioia del credere, dell’amare e sperare
in Lui. Invita a raccogliere le testimonianze di chi li ha preceduti e di imparare
ad accogliere, nel silenzio e nella meditazione, la parola di Dio. “Per modellare
- scrive il Santo Padre - il vostro cuore e portare in voi un frutto generoso. A ciascuno
di voi, il Signore ha un qualcosa di particolare da dire. Non abbiate paura di ascoltarlo”.
Al termine della lettera, il Papa rende grazia al Signore per tutti i religiosi e
i laici che, formando “una catena immensa”, hanno contribuito per un secolo a rendere
il pellegrinaggio un momento importante per le vite di molti giovani cristiani.