E’ ancora possibile raggiungere la definizione di uno Stato palestinese nei prossimi
mesi. A dichiararlo il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, incontrando ieri
a Washington il leader palestinese, Abu Mazen. Speranze di pace non confortate, però,
dai fatti: l’agenzia dell'ONU per i rifugiati palestinesi ha annunciato di essere
costretta a sospendere le sue operazioni umanitarie in favore di 650 mila profughi
nella Striscia di Gaza per il completo esaurimento del carburante nei suoi depositi.
Israele ha respinto la proposta di Hamas per una tregua di sei mesi, ritenendola uno
stratagemma per permettere al gruppo islamico di riorganizzarsi militarmente. Ma per
un commento sulla drammatica situazione umanitaria venutasi a creare a Gaza, sentiamo
Giorgio Bernardelli, esperto della questione israelo-palestinese, intervistato
da Stefano Leszczynski: R.
- Purtroppo, è la conseguenza di questo stallo che viviamo ormai da un anno in questa
regione del mondo e che continua ad accumulare sofferenze. E’ solo dell’altro giorno
un drammatico appello del parroco della piccola comunità cattolica di Gaza, che sottolineava
come la situazione si sia fatta sempre insostenibile.
D.
- Come reagiscono i civili a questo isolamento?
R.
- Viene vissuto come un assedio e certamente sollecita una maggiore disponibilità
a posizioni radicali, anche se il tratto che secondo me è dominante non è quello di
un fanatismo, ma un senso quasi di rassegnazione, un senso di sfiducia riseptto a
qualsiasi novità positiva possa venire. E questo è proprio il problema più grosso
e quello che sta anche facendo naufragare queste speranze di pace, delle quali si
era parlato negli ultimi mesi.
D. - Una situazione
di isolamento che è, tra l’altro, dovuta a un paradosso: il tentativo di indebolire
in questo modo Hamas, che sta dando invece risultati opposti per quanto riguarda Gaza...
R.
- Certo, perchè il problema è che si indebolisce Hamas se si rafforza davvero qualcun
altro all’interno dell’Autorità nazionale palestinese. Il problema è che, con questo
tipo di azione, più che indebolire Hamas si indebolisce Abu Mazen.
D.
- Chi è che soffia sul fuoco di Gaza?
R. - Da una
parte c’è Hamas, che ha l’interesse non tanto che a Gaza la situazione resti drammatica,
quanto certamente di non venir tagliata fuori dai giochi della politica interna palestinese.
E poi c’è anche l’Iran, che ha tutto l’interesse a tener vivo il conflitto attraverso
il sostegno che dà all’altro grande movimento palestinese, la Jihad Islamica.
Cisgiordania Due guardie
israeliane sono morte, questa mattina, durante una sparatoria a Tulkarem, al confine
tra Israele e Cisgiordania, il teatro della guerriglia. Divergenti le notizie relative
alla rivendicazione dell’attentato. Secondo alcune fonti, la sparatoria è avvenuta
in seguito all'attacco di un commando armato palestinese. Ma la polizia locale non
esclude neppure che il duplice omicidio possa essere un episodio di criminalità comune. Iraq C'è
anche un bambino fra le 11 persone rimaste vittime degli scontri e dei raid aerei
che nella notte hanno colpito il quartiere Sadr City di Baghdad, roccaforte sciita
e dei combattenti legati al leader radicale Moqtada al Sadr. Lo riferiscono fonti
mediche locali che segnalano inoltre 32 feriti. Altri 10 uomini sarebbero stati uccisi
dall’esercito americano nelle ultime 24 ore, portando a 383 il numero dei decessi
dall’inizio degli scontri, alla fine di marzo. Intanto, il quotidiano americano The
Wall Street Journal riferisce che le truppe americane avrebbero localizzato in Iraq
depositi di armi di recentissima produzione, confezionate in Iraq. Se confermata,
la notizia dimostrerebbe che il regime degli ayatollah sta tuttora garantendo forniture
belliche alle milizie sciite. Pakistan Un'automobile carica
di esplosivo è scoppiata vicino a una stazione di polizia a Mardan, nel nord-ovest
del Pakistan. Quattro morti e 15 feriti, il bilancio delle vittime. Secondo le prime
ricostruzioni, la vettura era parcheggiata fuori del commissariato: esplodendo, ha
danneggiando la stazione e alcuni negozi. L'attentato, rivendicato dai taleban, ha
interrotto il periodo di tregua instaurato dopo l'insediamento del nuovo governo:
dallo scorso marzo, infatti, non si erano più registrati attentati. I taleban del
Pakistan hanno assicurato comunque che l'episodio non apre ad un periodo di nuovi
attacchi. L’atto è stato compiuto solo per vendicare la morte di uno dei comandanti
del gruppo, ucciso di recente dalla polizia locale.
Iran Aperti i
seggi questa mattina per il secondo turno delle elezioni legislative in Iran. I 22
milioni di elettori sono chiamati ad eleggere 82 deputati. Nel primo turno, il 14
marzo scorso, i conservatori, al governo dal 2004, avevano ottenuto una larga maggioranza
conquistando circa i due terzi dei seggi in parlamento, ma la conferma del Partito
conservatore di Ahmadinejad, pur probabile, è ostacolata oggi da divisioni interne
al partito e da una situazione economica problematica. L'ayatollah Ali Khamenei ha
invitato gli iraniani a recarsi alle urne.
Sudan Un autista del Programma
alimentare mondiale delle Nazioni Unite (PAM) è stato ucciso da uomini armati nel
sud del Darfur, regione occidentale del Sudan. Lo ha reso noto l'ONU informando che
l’episodio è accaduto il 21 del mese nonostante la scorta della polizia. Il 17 aprile
il PAM aveva annunciato di voler ridurre gli approvvigionamenti a causa dei numerosi
episodi di banditismo. Dall'inizio dell'anno, nella regione sono stati sequestrati
60 camion, 39 dei quali mai ritrovati, e 26 autisti risultano dispersi.
Honduras Uccisa
nella notte in un agguato la segretaria generale della Confederazione dei lavoratori
dell'Honduras (CTH), Altagracia Fuentes. Un commando armato ha bloccato il veicolo
nel quale la sindacalista 60.enne viaggiava lungo l'autostrada fra El Progreso e San
Pedro Sula, nel nord del Paese, la stessa utilizzata dalle bande di narcotrafficanti
della regione. Nell’agguato sono rimaste uccise altre due persone e ferite tre. Escluso
il movente della rapina, si ipotizza che l’aggressione sia stata pianificata.
Cina Europa
e Cina hanno avuto un colloquio “aperto e franco” sulla questione del Tibet. Lo ha
detto il presidente della Commissione Europea, Jose Manuel Barroso, dopo l’incontro
con il primo ministro cinese, Wen Jiabao. Garantire il libero accesso in Tibet ai
giornalisti e ai turisti stranieri è una delle proposte avanzate dall’Europa. “Mi
aspetto presto degli sviluppi positivi”, ha detto il presidente della Commissione,
al termine della conferenza stampa. Intanto, alla luce delle insistenti richieste
del Dalai Lama, il governo cinese ha previsto nei prossimi giorni un incontro con
un rappresentante del leader buddista. Lo riferisce l’agenzia Nuova Cina.
Giappone La
fiamma olimpica è arrivata a Nagano, in Giappone. Un volo speciale ha portato il simbolo
delle Olimpiadi dalla capitale australiana Canberra all’aeroporto di Tokyo. Imponente
il servizio di sicurezza per fronteggiare le proteste a favore del Tibet: domani,
oltre 3 mila agenti proteggeranno gli 80 tedofori lungo i circa 20 chilometri di percorso.
Previsto anche l’arrivo di duemila residenti cinesi in Giappone, per sostenere il
passaggio della fiaccola. Le autorità giapponesi hanno chiuso al pubblico la partenza
e la fine della staffetta. Il sindaco di Nagano ha rivolto un invito alla calma. Subito
dopo la manifestazione, la fiaccola sarà trasportata a Seul in Corea del Sud. Francia In
un’ora e tre quarti di diretta dall’Eliseo, intervistato da cinque giornalisti, il
presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha ammesso di aver fatto “alcuni errori”. Ma
ha anche riaffermato la sua volontà di andare avanti con le riforme. Tra gli argomenti
internazionali trattati, l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea e la questione
delle Olimpiadi. Se per la Turchia le porte sono saldamente chiuse, per la Cina il
presidente francese promuove il dialogo e la risoluzione della questione del Tibet.
Danimarca Il
parlamento danese ha dato il via libera al Trattato di Lisbona, che sostituisce la
Costituzione europea rifiutata dal referendum di Francia e Olanda nel 2005. Approvato
con 90 voti a favore, 25 contrari e nessun astenuto, il testo attende la ratifica
da parte di tutti i Paesi membri dell'UE per l'entrata in vigore prevista per il 1
gennaio 2009. La Danimarca è l'11.mo Stato ad aver ratificato il testo, dopo Portogallo,
Ungheria, Slovenia, Bulgaria, Slovacchia, Malta, Polonia, Austria, Romania, Ungheria
e Francia. Il presidente della Commissione UE Barroso esprime soddisfazione per il
voto danese e ribadisce che “Il Trattato contribuirà ad un'unione più effettiva, democratica,
credibile e forte all'esterno".
Stati Uniti, Corea del Nord e Siria - questione
nucleare La Corea del Nord aiutò la Siria a costruire una centrale nucleare,
in territorio siriano. Lo sostiene la Casa Bianca dopo aver visionato un video della
CIA, che mostrerebbe alcuni nordcoreani aiutare dei siriani nella costruzione di un
reattore nucleare a circa 150 chilometri dal confine iracheno. La centrale nucleare
posta sotto accusa venne rasa al suolo durante un raid dello scorso settembre. Secondo
l'amministrazione Bush, in seguito al bombardamento, la Siria cercò di nascondere
le prove dell’esistenza della centrale nucleare. Washington chiede spiegazioni a Damasco,
che smentisce l’accusa. L’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA) esaminerà
nei prossimi giorni il rapporto degli Stati Uniti. Intanto, la Casa Bianca garantisce
di mantenere attivo il processo diplomatico con la Corea del Nord, per un completo
disarmo del suo programma nucleare.
Italia - Lampedusa Sono oltre
200 i migranti clandestini tratti in salvo, questa notte, nel Canale di Sicilia. Il
barcone sul quale viaggiavano aveva il motore in avaria. La Guardia Costiera ha provato
a soccorrerli, ma il forte vento ha creato molti disagi durante l’azione di salvataggio.
Un immigrato, caduto in acqua durante il trasbordo dall'imbarcazione, è annegato.
La sua salma verrà trasportata a Porto Empedocle, con una nave militare. Nella notte
scorsa, altri 128 immigrati erano sbarcati sull'isola di Lampedusa a bordo di due
barconi.
Italia – Festa della Liberazione Il presidente della Repubblica
italiana, Giorgio Napolitano, ha presieduto questa mattina, presso l’Altare della
Patria a Roma, alla celebrazione del 25 Aprile, “Festa della Liberazione”. Affiancato
dal ministro della Difesa, Arturo Parisi, Napolitano è stato accolto a piazza Venezia
dal presidente del Senato, Franco Marini, dal presidente del Consiglio uscente, Romano
Prodi, dal ministro dell'Interno, Giuliano Amato, e dal presidente della Corte Costituzionale,
Franco Bile. Il capo dello Stato ha reso omaggio alla tomba del Milite ignoto e ha
consegnato medaglie d'oro al merito civile ai gonfaloni dei comuni di Dronero (CN)
e Pianoro (BO) e alla memoria di diversi cittadini italiani che durante l'occupazione
nazifascista hanno sacrificato la loro vita nel nome della solidarietà civile. (Panoramica
internazionale a cura di Beatrice Bossi e Claudia Di Lorenzi)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 116 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.