Bilancio positivo del Consiglio Ecumenico delle Chiese sulle attività delle comunità
cristiane negli Emirati Arabi Uniti
Apprezzamento per il buon operato delle Chiese nella regione del Golfo: è quanto ha
espresso il segretario generale uscente del Consiglio Ecumenico delle Chiese (COE),
Samuel Kobia, al termine della sua visita di tre giorni negli Emirati Arabi Uniti
(EAU). In un incontro a Dubai con i rappresentanti delle Chiese degli Emirati e dei
Paesi confinanti, la delegazione ecumenica guidata da Kobia, ha avuto modo di riscontrare
le attività dei cristiani locali nell’ambito del dialogo interreligioso e dell’aiuto
ai migranti. Quasi tutti i cristiani della zona, infatti, - stimabili intorno ai tre
o quattro milioni di persone - sono espatriati, giunti nella regione per motivi di
lavoro e spesso vi rimangono per un numero limitato di anni. Molti di loro, inoltre,
provengono dall’Asia meridionale. Nel suo sermone pronunciato nella Chiesa anglicana
della Santissima Trinità di Dubai, il reverendo Kobia ha incoraggiato i cristiani
a cercare il benessere nella città in cui Dio li ha inviati e ha ricordato loro la
missione biblica “di instaurare nuovi rapporti, in modo da non essere più stranieri,
ma vicini”. Infine, la delegazione del COE ha annunciato la volontà di incrementare
la cooperazione fra i cristiani della regione e di crearvi una piattaforma ecumenica.
(I.P.)