Banca Asiatica di Sviluppo: fermare lo "tsunami silenzioso" della fame
"Non è bloccando o razionalizzando le esportazioni che i governi asiatici risolveranno
l'emergenza cibo". Lo ha affermato Rajat Nag, direttore della Banca Asiatica di Sviluppo
dopo l'allarme lanciato dal Programma Alimentare delle Nazioni Uniti sullo "tsunami
silenzioso" provocato dai rincari globali del prezzi alimentari. Rajat Nag ha ribadito
che "la quantità di cibo in Asia e nel mondo, è globalmente sufficiente ma che occorre
trovare un modo per far sì che anche i poveri possano usufruirne”. E si è rivolto
così ai governi asiatici: “Il tempo dell’alimentazione a basso costo sembra passato,
ma, anzichè porre limiti alle esportazioni, occorre usare misure e facilitazioni fiscali
per le fasce più povere delle popolazioni". Chiaro il riferimento a India e Vietnam
che riducendo l'export di riso per tenere a bada il rialzo dei prezzi in patria, ne
hanno causato l'aumento al di fuori dei loro confini. La Banca Asiatica di Sviluppo,
informa l’agenzia Fides, è un’istituzione finanziaria multilaterale nata nel 1966
con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo economico e sociale della regione asiatica
e del Pacifico. Fornisce assistenza tecnica e finanziaria per progetti che promuovono
lo sviluppo economico nell’area. Incoraggia la crescita economica, lo sviluppo sociale,
le pratiche di buon governo, e promuove la cooperazione regionale e l’integrazione
fra settore pubblico, privato e organizzazioni non governative. I paesi membri sono
67 e la sede principale dell’istituzione si trova a Manila. (S.G.)