2008-04-23 15:08:12

Violenza nello Sri Lanka: oltre 90 vittime negli scontri tra le truppe di Colombo e le Tigri Tamil


Nuovi pesanti combattimenti nel nord dello Sri Lanka. Ancora una volta a scontrarsi sono ribelli delle Tigri Tamil e soldati regolari di Colombo. Almeno 90 le vittime tra questi oltre 30 militari. I combattimenti sono avvenuti nell'area di Muhamali, nella penisola di Jaffna, roccaforte dei ribelli in lotta dagli anni Settanta per l’indipendenza del nord e dell’est del Paese. Sempre nella parte settentrionale, anche una Chiesa cattolica sarebbe rimasta colpita ieri in un bombardamento a Mullaitivu. A rivelarlo fonti locali, ma al momento non ci sono conferme. Sul perché non si fermi la violenza nello Sri Lanka, Giada Aquilino ha intervistato Francesca Marino, esperta di questioni asiatiche per la rivista di geopolitica Limes:RealAudioMP3

R. - La cosiddetta tregua che reggeva da qualche tempo è stata ufficialmente rotta dal governo, che ha dichiarato di voler a tutti i costi spazzare via le Tigri Tamil. C’è da dire che i ribelli hanno sofferto grosse perdite. Quindi le Tigri Tamil sembrano allo sbando e il governo sembra sempre più intenzionato a distruggerle.

D. - Dal 1972 si contrappongono da una parte i Tamil, induisti, e dall’altra l’esercito regolare del Paese, a maggioranza cingalese-buddhista. Che conflitto è?

 
R. - I Tamil sono stati portati nello Sri Lanka ai tempi degli inglesi e delle piantagioni di tè. Non è un conflitto religioso: più che altro è un conflitto etnico, che ha anche radici e ragioni sociali, cioè di estrema povertà e arretratezza - nelle quali è stato lasciato il nord a maggioranza Tamil - e di sviluppo, avvenuto invece nel sud cingalese.

 
D. - Il conflitto nel Paese ha già causato tra le 60 mila e le 70 mila vittime. Cosa è mancato fino ad ora per una reale pacificazione?

 
R. - La volontà politica e pure la volontà internazionale di farlo. Ora, ci sono trattative per le violazioni dei diritti umani, dall’una e dall’altra parte. Anche in questo caso, non si riesce a venirne a capo. Il fatto è che ci sono interessi grossi, interessi che vanno dal turismo agli investimenti vari, al business degli aiuti, per cui a qualcuno conviene mantenere tale situazione.

Sudan-Darfur
Sempre più drammatica la situazione in Darfur. Secondo fonti ONU, le vittime negli scontri dal 2003 ad oggi sono salite ad oltre 300 mila. Non cessano poi le violenze ed i bombardamenti aerei, nonostante le pressioni della comunità internazionale. Dall’inizio dell’anno, almeno centomila persone sono state costrette a lasciare la regione sudanese. Le cifre fornite sono state contestate dall’ambasciatore del Sudan alle Nazioni Unite, che le ha definite “non credibili”, sostenendo che i morti sono non più di 10 mila.

Burundi-violenza
Decine di colpi d’artiglieria sono stati sparati nella notte su Bujumbura, capitale del Burundi, dai ribelli delle Forze nazionali di liberazione. Si tratta degli ultimi attacchi da parte degli insorti che, nelle ultime settimane, hanno intensificato i loro raid. Uno dei colpi è caduto sull'edificio che ospita la nunziatura apostolica, ma non ha causato vittime perchè in quel momento il nunzio era nella sua casa a qualche isolato di distanza.

Somalia-pirateria
E’ in preparazione da parte di Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna una bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla lotta contro la pirateria al largo della Somalia. Nelle ultime settimane, le acque somale sono diventate teatro di arrembaggi e rapimenti al fine di ottenere un riscatto.

USA-primarie
Hillary Clinton ha vinto le primarie democratiche in Pennsylvania. Oltre 10 i punti di vantaggio sul suo rivale, Barak Obama, che resta però sempre in testa per numero di Stati vinti, voti raccolti e soprattutto quota di delegati. “Il vento sta cambiando”, ha detto l’ex first lady che incassa un dato sufficiente a dare nuovo vigore alla sua corsa, ma che potrebbe non bastare per la nomination alla Casa Bianca. Prossimo appuntamento è il 6 maggio nello Stato dell'Indiana. Il servizio di Elena Molinari:RealAudioMP3


Hillary Clinton si è aggiudicata le primarie della Pennsylvania. Un risultato, questo, previsto ma importante, che consente alla ex first lady di rimanere in corsa per la Casa Bianca, nonostante il suo rivale Barak Obama abbia incassato finora un numero maggiore di delegati. La vittoria consente alla senatrice di accorciare sul rivale, ma non di chiudere. Le offre, infatti, la soddisfazione di aver confermato la sua presa fra alcune fette dell’elettorato democratico, come i bianchi delle città industriali e delle campagne, gli operai, le donne e gli anziani. Profonde le divisioni fra i democratici: un quarto dei sostenitori di Hillary Clinton ha detto, infatti, che se la loro candidata non vincerà la nomination non voteranno per Obama a novembre. Non certo una buona notizia per il partito, che spera di riprendersi la presidenza proprio entro quella scadenza.

 
Iran-USA
Parole infuocate del presidente iraniano, Ahmadinejad, riguardo all’economia americana. “La crisi attuale - ha detto durante un comizio - farà cadere gli Stati Uniti e la dignità della superpotenza sarà distrutta”. “Per 50 anni - ha aggiunto - hanno aggredito e saccheggiato la ricchezza delle nazioni oppresse, scaricando su di esse i loro problemi”. Poi sul nucleare, il leader iraniano ha affermato che il suo Paese è pronto a discutere con chiunque, senza però rinunciare al suo programma nucleare.

Iraq
Proseguono gli scontri a Sadr City, roccaforte del leader ribelle sciita Moqtada Al Sadr: 19 militanti sono stati uccisi in diverse operazioni condotte delle truppe irachene e americane. Intanto, alcuni attacchi sono stati compiuti a Mossul: 3 i morti e 13 i feriti.

Afghanistan
Nuova escalation di violenza anche in Afghanistan. Un kamikaze si è fatto esplodere in un mercato della città di Spin Boldak, nella provincia di Kandahar, provocando la morte di 3 persone ed il ferimento di altre 14. L’attentato segue un altro attacco suicida compiuto nella provincia di Helmand, nel quale sono morti due poliziotti.

Medio Oriente
Lento ritorno alla normalità a Gaza. Israele ha ripreso stamani le forniture di gasolio per l’unica centrale elettrica della Striscia che rischiava di bloccare le proprie attività, dopo la chiusura del terminal petrolifero di Nahal Oz, deciso in seguito all’attacco del 4 aprile scorso costato la vita a due israeliani. Nessun commento da parte dell’ufficio politico di Olmert che, secondo fonti di stampa, sarebbe pronto a restituire alla Siria le Alture occupate del Golan in cambio di pace. Siria e Israele sono formalmente in stato di belligeranza dal 1948: le alture siriane del Golan sono state occupate dallo Stato ebraico nel 1967 e nel 1981 sono state annesse a Tel Aviv.

Petrolio
La costante crescita del costo del petrolio, arrivato ormai sopra i 118 dollari al barile sui mercati asiatici dopo aver quasi sfiorato ieri la soglia dei 120, provoca un forte allarme tra i Paesi importatori. L’alto prezzo determinato dalle speculazioni finanziarie e dal gioco della domanda e dell’offerta ha riaperto dunque il dibattito sull’utilizzo di energie rinnovabili ed alternative al greggio, in primo luogo l’energia nucleare. Stefano Leszczynski ha chiesto a Gaetano Cacciola, direttore dell’Istituto tecnologie avanzate per l’energia del CNR, se effettivamente il ricorso al nucleare possa incidere sui consumi di petrolio:RealAudioMP3

 
R. - Direi, anzitutto, che il nucleare ha come obiettivo essenziale la produzione di energia elettrica quindi al fine di produrla, sicuramente, può dare un contributo. Questo, in qualche modo, non è in linea con la riduzione dell’utilizzo del greggio, perché ormai le nostre centrali vanno quasi tutte a gas. Fare quindi le centrali nucleari significa importare meno gas - che è un fattore valido ai fini dell’autonomia della gestione delle risorse - però non risolve del tutto il problema per quanto riguarda la riduzione dei consumi petroliferi, perché comunque quelli sono legati essenzialmente al settore dei trasporti.

D. - Come mai non si è ancora riusciti ad investire sufficientemente o a sviluppare in maniera sufficientemente conveniente le energie alternative?

 
R. - Per quanto riguarda l’energia eolica, diciamo che in Italia, negli ultimi anni, ci sono state delle importanti evoluzioni, nel senso che sono stati installati impianti attorno ai mille megawatt. Sul solare fotovoltaico, con l’apertura del conto energia, si sta anche diffondendo un certo fermento: se non realizzazioni pratiche, quanto meno delle progettazioni che ci auguriamo si possano applicare nell’immediato.

 
D. - Quindi, qualcosa di efficace si potrebbe immaginare per il futuro...

 
R. - Sicuramente, anche perché c’è una chiara tendenza, motivata anche da esigenze di carattere internazionale. L’Europa ha fatto la scelta di portare le fonti rinnovabili ad un 20 per cento nell’arco di pochi anni e quindi ciò significa che ci deve essere l’impegno da parte di tutte le nazioni per incrementare la propria quota di rinnovabili fino a quel valore. Ciò significa investimenti, significa anche tariffazioni di energia prodotta con rinnovabili agevolate. E questo si sta facendo.

Fiamma olimpica-Australia
Tappa in Australia per la fiaccola olimpica, che domani sfilerà per le strade di Canberra. Ingenti le misure di sicurezza messe in atto dall’esecutivo, vista l’annunciata presenza di manifestanti pro-Tibet. Grande attenzione anche in Giappone, dove tra tre giorni giungerà la torcia dei Giochi. A Nagano, la staffetta sarà sorvegliata da oltre 100 agenti, di cui cinque in tenuta speciale antisommossa, con altri tre mila mobilitati ai margini del tragitto.

Italia-Alitalia
La Commissione Europea non ha rilasciato commenti sulla decisione italiana di concedere un prestito ponte di 300 milioni di euro all’Alitalia. Bruxelles ha tuttavia reso noto di non aver ricevuto alcuna notifica della misura. Intanto, il leader del Popolo della Libertà, Silvio Berlusconi, intervenendo sulla vicenda della compagnia di bandiera ha accusato i sindacati di aver fatto fallire la trattativa con Air France-KLM. Immediata la risposta i sindacati di CGIL e CISL, per i quali si tratta solo di uno “scarico di responsabilità”. Berlusconi ha anche annunciato che in futuro ci saranno “dolorose riduzioni di personale”.

Cambogia-processo
Prima udienza pubblica del processo che vede imputato Khieu Samphan, capo dello Stato in Cambogia durante il regime dei Khmer rossi tra il 1975 e il 1979. Oggi, Samphan è comparso davanti al tribunale speciale patrocinato dall’ONU che lo accusa di crimini di guerra e contro l’umanità. Durante quegli anni, vennero uccisi circa due milioni di cambogiani.(Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

 
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 113

 
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